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13/12/09

La prima donna lesbica sindaco degli Stati Uniti: Annise Danette Parker sindaco di Huston Texas

Annise Danette Parker nata il 17 maggio 1956, lesbica dichiarata, è il nuovo sindaco di Houston, Texas. In precedenza ha lavorato nel Houston City Council dal 1997. La citta' texana di Houston, la quarta degli Stati Uniti per numero di abitanti, ha quindi un sindaco donna "lesbica", ed e' la prima volta che succede in una grande metropoli americana
Parker aveva ottenuto la maggioranza di voti nel novembre 2009 per l'elezione a sindaco, ma non aveva superato la soglia del 50% dovendo quindi andare al ballottaggio. Ha quindi sconfitto l'avvocato Gene Locke, al ballottaggio nel dicembre 2009. All'inizio del suo mandato a gennaio 2010, la Parker sarà la seconda donna americana ad aver ricoperto l'incarico di sindaco e la prima apertamente gay di una grande città americana.
In precedenza Parker corse senza successo per il Consiglio comunale del Distretto C nel 1991 e nuovamente nel 1995, finendo al terzo posto fra gli eletti, grazie al posto lasciato vacante da Sheila Jackson Lee, dopo la sua elezione al Congresso.
Nel 1997 Parker prevalse nel ballottaggio diventando la prima lesbica dichiarata ad essere eletta in consiglio comunale. Fu rieletta due volte per lo stesso posto nel 1999 e nel 2001 senza nemmeno andare ballottaggio.
Parker è nata e cresciuta nella comunità di Spring Branch nella parte occidentale di Houston, dove ha frequentato le scuole pubbliche. Sua madre era una contabile mentre suo padre lavorava per la Croce Rossa. Nel 1971 quando Parker aveva 15 anni, la sua famiglia si trasferì in Germania per due anni, in una base dell'esercito americano a Mannheim, dove svolgeva l'attività di volontaria ospedaliera per l'organizzazione della Croce Rossa sezione giovani. lavorando altresì nella biblioteca della base.
Parker dal 1974 ha frequentato la Rice University grazie alla borsa di studio National Merit e per mantenersi ha svolto i più disparati lavori,laureandosi nel 1978.
Prima di divenire parlamentare, la Parker ha lavorato nei settori del petrolio e del gas per oltre 20 anni, di cui 18 anni alla Mosbacher Energy. Inoltre, è stata co-proprietaria della Inklings Bookshop dalla fine degli anni 1980 fino al 1997 e presidente della Neartown Civic Association dal 1995 al 1997.
Parker ricopre il ruolo di direttore del consiglio di amministrazione della Holocaust Museum Houston e Girls Inc. ed è sindaco revisore dello Zoo di Houston, nel Counseling Center Montrose, Bering Omega Servizi comunitari, e di Trees for Houston. La neo sindaco è anche coinvolta negli sforzi di conservazione storica di Houston ed ha ricevuto il "Good Brick Award" dalla Alleanza Conservazione Beni Culturali Greater Houston per il suo impegno a far restauraurare immobili storici nella Old Sixth Ward.
Annise Parker e la sua partner Kathy Hubbard, stanno insieme dal 1990 e hanno adottato due figlie.
La Parker ha detto ai suoi sostenitori: "sono consapevole del senso di questa vittoria per molti di noi, convinti che non saremmo mai stati in grado di accedere ai piu' alti livelli, questo voto ha cambiato il mondo per i gay, le lesbiche, i bisessuali e la comunità transgender, come ha cambiato in meglio la vita di tutti gli abitanti di Houston, e su questo punterà la mia amministrazione".
Parker non ha mai nascosto il suo orientamento sessuale, sebbene l’argomento fosse diventato un tema centrale in campagna elettorale dopo gli attacchi degli attivisti anti-gay e dei gruppi religiosi conservatori, che sostenevano Locke, i quali hanno inviato valanghe di mail per condannare «il comportamento omosessuale» della candidata. Il 61enne Locke, che correva in veste di ’secondo sindaco nerò di Houston, ha cercato di prendere le distanze dagli attacchi omofobici, corteggiando comunque l’elettorato conservatore.
Le organizzazioni gay-lesbiche in tutto il paese hanno fatto a gara per sostenere Parker e hanno raccolto soldi per la sua campagna, invitando inoltre gli elettori a votarla.
Il sindaco eletto, e' apparsa nel Convention Center della citta', gremito per l'occasione, insieme con la sua compagna Kathy Hubbard, le loro due figlie, e sua madre Kay. Altre citta' degli Stati Uniti hanno o hanno avuto un sindaco gay, ma nessuna di loro e' grande. Tra queste Cambridge in Massachusetts, Providence in Rhode Island e Portland in Oregon. Houston è una città a maggioranza democratica e circa il 25% della popolazione è di colore, mentre un terzo è ispanica. Circa 60mila residenti si dichiarano omosessuali.
Globales - 13 dicembre 2009 http://www.globa-les.com/ Nella foto:
Annise Danette Parker, la compagna Kathy Hubbard e le due figlie.

08/12/09

«IO, UN ANNO PER SEPARARMI E SCOPRIRMI LESBICA»

Beatrice racconta i 12 mesi di attesa fra istanza e udienza. «E c'erano ancora 5 giudici. Ora è peggio». Vive con sua figlia e Marta di Il Secolo XIX
«POVERETTI. Sono davvero condannati a non separarsi, qui a Genova. Se io, con una consensuale, ci ho messo un anno dall'istanza alla prima udienza, non oso pensare cosa accadrà adesso, che restano soltanto tre giudici anziché cinque». Sorride dolce Beatrice. Con l'aria di chi ha finalmente raggiunto la serenità. E non soltanto per aver ritrovato «lo stato libero» rimarcato sulla carta d'identità. Ma per aver «capito» qual è la sua strada. Seguendo la sua inclinazione. Beatrice, 40 anni, artista, ora vive con la sua compagna psicologa. E con la figlia che Beatrice ha avuto dall'ex marito, impiegato di banca.

Lui, come l'ha presa? «Non bene. Anzi, proprio male - ammette lei, intrecciando le mani affusolate e curatissime - Prima di sposarci, gli avevo detto che ero bisex. Lui aveva accettato senza problemi. Quando però ho chiesto la separazione, ha iniziato a non capire. A non volere. E ancor meno, poi, ad accettare la mia convivenza con Marta, la mia compagna. La famiglia di lui?». Vorrebbe essere una risata sardonica, ma si scioglie in una smorfia: «Loro non sanno nulla. Ufficialmente. Almeno, così dicono. Non chiedono».

Finito un matrimonio, restano comunque i legami con la famiglia dell'altro. Tanto più se c'è di mezzo una bimba com'è per Beatrice e l'ex marito. «Certo, la bimba vede i nonni e i parenti del padre - conferma l'artista - Ma loro non chiedono nulla. Neppure a lei. Ufficialmente non sanno. O forse, non vogliono sapere...». La bimba, invece, ovviamente sa.

Come ha vissuto la separazione dal padre, seguita da una compagna a fianco della mamma? «Il fatto che fosse piccola è stato d'aiuto - racconta Beatrice - I bambini hanno molti meno filtri di noi. Vivono tutto con estrema naturalezza, come dev'essere. È stata proprio lei a chiedere alla mia compagna di fermarsi qualche volta da noi, la sera. E sempre mia figlia le ha chiesto come mai non venisse a vivere per sempre con noi. Ovviamente, Marta è entrata nella nostra vita in punta dei piedi. Con estrema cautela».

Poi è toccato a lei, la madre, spiegarle che cosa stava succedendo e come sarebbe cambiata la vostra vita. Mica facile. Beatrice non si scompone: «Le ho detto che Marta e sua madre si volevano bene». Però quasi tutti gli altri bambini hanno genitori di sesso differente: un papà e una mamma. Magari con l'aggiunta dei nuovi compagni e compagne, nel caso di separati e famiglie allargate. Non è proprio semplice far digerire la diversità. Come ha tutelato sua figlia? Come ha cercato di evitarle ferite? «È incredibile. Ma é lei stessa a selezionare i suoi amichetti - spiega Beatrice, in un misto di tenerezza e orgoglio per questa sua bimba tutta presa dal difendere la sua inusuale famiglia dal resto del mondo - Lei sta con tutti. Però soltanto con alcuni si confida. Allora poi li invita a casa. E iniziamo a frequentarci con le loro mamme. È tutto molto tranquillo e normale. La societàè assai meno complessa di come la vedano politici e legislatori. La nostra famiglia è stata accettata. Noi non mettiamo manifesti, ma la gente non è scema. Vede e capisce. E non si fa problemi».

La sua famiglia d'origine se n'è fatta qualcuno? Stavolta il sorriso di Beatrice è davvero felice: «Nooo. La mia compagna è stata accolta con estrema naturalezza. Con gioia. Come fosse un'altra figlia. O un'altra sorella». Insomma, un'isola felice. Non le manca proprio nulla? «Il riconoscimento sociale. Per mia figlia. Se mi accadesse qualcosa, perderebbe anche Marta. Non potrebbe restarle accanto».

patrizia albanese

28/11/09

Volevo i pantaloni

Va in onda sul canale Cult di Sky, in seconda serata, il docu-reality "Uomini nate donne"
È l'ultima frontiera dei docu-reality: quattro donne vivranno sotto l'obettivo delle telecamere il loro processo di "riattribuzione di sesso". Trans che affrontano il bisturi: ne parliamo con un'esperta
Nidia, 28 anni, Serena, 32, Rosanna, 33 e Rosalia, 46enne: sono le quattro protagoniste del docu-reality Uomini nati donna in onda ogni mercoledì, in seconda serata, sul canale Cult di Sky. In procinto di diventare a tutti gli effetti David, Gabriele, Mirko e Davide le/i quattro vivranno sotto l'obiettivo delle telecamere le tappe di questo radicale processo di trasformazione della propria identità di genere, dalla rivelazione alla famiglia, ai primi effetti del testosterone fino alla falloplastica e alla protesi per l’erezione. Un faticoso percorso medico e psicologico per affrontare il quale le quattro ex donne si sono rivolte al Saifip, il Servizio per l’Adeguamento tra identità fisica e identità psichica dell’Ospedale S.Camillo-Forlanini di Roma, dove hanno chiesto la «rettificazione di attribuzione di sesso» secondo quanto prevede la legge italiana che consente questo tipo di interventi, la n.164 del 1982. Del fenomeno, che secondo le statistiche interessa ogni anno decine e decine di italiani operati in diversi centri specializzati, tra i quali quelli di Bologna, Bari e soprattutto Trieste, parliamo con la dott.ssa Anna Rita Ravenna, psicoterapeuta, direttrice didattica dell’Istituto Gestalt di Firenze e supervisore clinico presso il Saifip.
Da donna a uomo e viceversa: qual è il cambiamento di sesso statisticamente più richiesto? C'è un'identità di genere oggi particolarmente sofferta?
La proporzione è di tre uomini a una donna. Premetto che non amo parlare di "maschio" e "femmina". Come dico sempre ai miei pazienti che hanno condotto a termine il processo di cambiamento di sesso, qualora fosse fatto loro un prelievo di sangue e analizzata la provetta, la loro identità di genere non risulterebbe modificata. Preferisco parlare di "adeguamento dello stile di vita" secondo certi stereotipi. Non credo tuttavia si possa parlare del genere maschile come di un'identità di genere più sofferta.
Quindi secondo lei la comparsa e l'evoluzione di questi disturbi non sono legate alle condizioni storico-sociali
No, la letteratura in senso lato - scientifica e non - documenta fin dall'antica Grecia condizioni umane di questo tipo.
Il senso di mancata appartenenza al proprio sesso come e quando si manifesta, in genere?
Questo genere di disagio esistenziale è una condizione che le persone riportano e che si può identificare risalendo alla primissima infanzia, fino ai tre anni di vita. A Londra c'è un Centro per i servizi all'infanzia che osserva comportamenti, atteggiamenti e fantasie che testimoniano il disturbo di identità di genere e che poi in età più adulta emergono anche nel dialogo.

A quale età mediamente si decide il grande passo?
A 28-30 anni. Ma abbiamo avuto anche richieste di intervento precoci da parte di sedicenni, come altre più in là negli anni, a 45 o anche a 60 anni. In genere chi arriva da noi è animato da una forte determinazione.
Come si snoda il processo legale che sfocia nell'intervento?
La domanda di "riattribuzione chirurgica di sesso" va inoltratta al proprio tribunale di residenza. Dopo di che il giudice che la esamina si avvale della consulenza di un esperto. Prima si rivolgeva a un perito nominato dal tribunale o a cattedratici, con grande dispendio per il richiedente, perché la consulenza è tutta a suo carico. Ora, anche se non siamo ancora riusciti a siglare un protocollo d'intesa ufficiale con il tribunale di Roma, abbiamo ottenuto di velocizzare le pratiche facendo sì che la relazione da noi stilata sia sufficiente al giudice, dietro giuramento del responsabile del servizio, per decidere. Alla prima sentenza che dà l'autorizzazione all'intervento chirurgico segue, a operazione effettuata e documentata, una seconda sentenza che avvia le pratiche burocratiche di cambiamento dei dati anagrafici sui documenti.
In cosa consiste il vostro tutoraggio?
Abbiamo uno sportello telefonico aperto due giorni la settimana per informazioni e appuntamenti. In linea generale, noi adeguiamo il protocollo alle esigenze della persona, per cui il percorso è costruito su misura. Dopo una serie di colloqui preliminari (individuali, ma anche eventualmente di coppia o familiari), si giunge a una valutazine tra operatore e richiedente e a un'intesa comune. Possono emergere a questo punto delle valutazioni prioritarie, che consigliano la soluzione, per esempio, di dipendenze, di problematiche personali - magari un'omosessualità mascherata o problematiche genetiche come l'ermafroditismo - prima di proseguire. Superato questo step, si avvia un percorso diagnostico che si conclude con la relazione scritta da presentarsi in tribunale. Se la diagnosi si apre nella direzione richiesta, cioè quella dell'intervento, comincia un percorso psicologico: dal counseling di gruppo al sostegno individuale per l'elaborazione di difficoltà legate a blocchi emozionali pregressi. L'equipe del Saifip in sostanza lavora sempre in sinergia con il servizio di ricostruzione plastica del San Camillo.
Quanti rinunciano o vengono sconsigliati di fare l'intervento?
Quasi tutti arrivano alla meta. Abbiamo pochissimi abbandoni. Anzi, alcuni ricorrono a cliniche private per velocizzare i tempi.
Vi sono casi di pazienti pentiti?
In diciassette anni ne ho riscontrati solo un paio, nessuno dei quali proveniva dal nostro centro però. Uno era un uomo statunitense che era stato donna, poi era tornato in abiti e comportamenti maschili. Ma pareva una persona abbastanza "risolta".
Seguite i pazienti anche dopo l'intervento?
Sì, anche se non abbiamo né tempi né modalità prestabilite. Rispondiamo di volta in volta alle esigenze dei pazienti. Di sicuro offriamo sostegno anche durante gli interventi, soprattutto quelli da donna a uomo, più delicati, numerosi e con frequenti complicanze.
L'identità di genere è a suo parere una realtà prevalentemente psicologica?
Un tema da trattato! La dicotomia mente/corpo è molto presente nella nostra cultura. Io preferisco pensare a un'esistenza incarnata. Il problema della condizione personale, poi, in genere non è tanto nella condizione stessa, quanto nell'incomprensione che si incontra negli altri.
Alla luce di queste pratiche, il concetto di "natura" è da considerarsi tramontato?
Il prof. Felici, con cui collaboro, ama dire: "La natura non sbaglia mai". Sottoscrivo. Il fatto è che ci piace - perché fondamentalmente ci rassicura - pensare che vi sia un modo naturale di esistere che scorra su binari prestabiliti e dia certezze. Ma non è così.

Lorenza Provenzano

26/11/09

Il 25 NOVEMBRE E'LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE.


Redazione arcigay : La violenza sulle donne non ha tempo né confini, è endemica e non risparmia nessuna nazione o paese, industrializzato o in via di sviluppo che sia.
Non conosce nemmeno differenze socio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali, perché al di là di quello che tutti i giorni viene mostrato dai media il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità una donna su cinque ha subito, nella sua vita, abusi fisici o sessuali da parte di un uomo.
E' ORA DI DIRE BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE!
SOSTIENI LA GIORNATA INDOSSANDO QUALCOSA DI BIANCO

02/11/09

Lunga vita alla coppia

Non solo passione e tenerezza. La convivenza è anche fatta di momenti di fiacca e tensione: non è tutto rose e fiori. Ecco alcuni consigli per vivere al meglio la quotidianità senza soccombere alla routine
C'è passione e tenerezza nella vita a due, ma anche noia e routine. Il condividere l'esistenza non è facile. Eppure ci sono paroline magiche che possono trasformare il quotidiano in un gioco impegnativo ma molto redditizio se si ha a cuore lo sviluppo armonioso della coppia. Ecco alcuni consigli per mantenere il feeling tra voi due sempre al top, anche dopo dieci anni di convivenza. Innanzitutto privilegiare la comunicazione.


Quanti dissapori potrebbero essere evitati se invece di accettare di fare quella cosa che tanto ti dà sui nervi aprissi la bocca per dirglielo in modo chiaro ed inequivocabile. Invece no, rimani dell'idea che prima o poi lei capirà e ti verrà incontro. Invece la scenetta che ti si presenta segue un altro cammino. Un esempio: sei sfinita dopo una giornata massacrante e la tua più grande aspirazione per la serata serata è quella di fiondarti a letto per una dormita da Guinness. Purtroppo però devi uscire, e pronunci la tipica frase: "Ma sei proprio sicuro di volerci andare?". Il risultato: lei non capisce quanto tu sia stanca e vuole uscire. A quel punto la serata diventa per te un vero supplizio, mentre lei rimane disorientato dal tuo ph decisamente acido. La ricetta è semplicissima: imparare a esprimere desideri e frustrazioni è il modo giusto per evitare di accumulare risentimenti, vera bomba a orologeria nella vita di una coppia.
Ci si mette insieme per affinità ma due persone sono due individui e le differenze non mancano. Dopo essersi presi le misure ci si deve adattare all'altra. Lei non ha le stesse abitudini e modi di affrontare la vita. E se le vostre personalità sono diverse ci sarebbe da augurarsi qualche correzione di tiro per accettare meglio desideri e bisogni dell'altra. Che importanza ha se il mazzo di chiavi di casa non è messo nel cestino posto sullo scaffale della libreria? Casca forse il mondo? Flessibilità, dunque.
Ogni persona ha bisogno del proprio spazio, anche la più innamorata. Per quanto forte possa essere l'intimità fisica ed emozionale, ci sono momenti durante i quali si vuole coltivare il proprio giardino in piena libertà e solitudine. Ci consente di mantenere quella parte di mistero che rappresenta il sale in una relazione amorosa. E smettiamola di assillarla con la solita domanda "A cosa pensi, tesoro?". E non dimentichiamo che a non perdersi mai di vista si rischia di non guardarsi più. La generosità fa bene alla coppia, non dimentichiamocelo. Non si tratta di accogliere ogni giorno il partner con un regalo. Molto meglio è regalargli tempo, disponibilità, ascolto. Baci, scambi di tenerezza e dimostrazioni di affetto non devono rimanere confinati nel periodo dell'innnamoramento. Spesso quando si raggiunge un alto livello di intimità ci si sente autorizzate a parlare in modo troppo diretto. Ma per essere schiette non è necessario ferire o umiliare. Paradossalmente è proprio la persona più amata quella a cui riserviamo il trattamento più duro. Il rispetto del partner non va abbandonato nemmeno quando gli riservate le critiche più aspre.
Un discorso a parte lo merita la seduzione, spesso un po' dimenticata quando si convive da qualche tempo. Un grave errore che commettiamo in molte è quello di considerarla un un mezzo di conquista. Niente di più sbagliato, se non si presta attenzione si rischia di banalizzare l'altro. La seduzione è un processo senza fine. Allora, abbandoniamo quel vecchio pigiama tanto comodo che ci trasforma in una specie di befana stagionata. Non siate spettatori passivi ma protagosnisti della vostra vita.

10/09/09

Lip Service, ecco L Word inglese

‘The L Word’ diventa un reality
(02/09/2009) ‘The L Word’ torna sugli schermi, ma come reality show: ecco la nuova idea della produttrice Ilene Chaiken.
Leisha Hailey
L’amata e venerata produttrice di The L Word, Ilene Chaiken, colei che ci ha permesso di sognare ( e un po’ sbavare) incollate ai televisori, ha deciso che dobbiamo tornare a farlo. Dopo un primo tentativo non riuscito di creare uno spin-off della serie incentrato su Alice (Leisha Hailey), questa volta si è inventata un reality ispirato alla serie. Il nuovo programma si chiamerà The Real L Word: Los Angeles; seguirà da vicino le vicende di sei lesbiche e vuole essere la risposta gay al reality Real Housewives. Sarà capace di sfamare la nostra sete vouyerista? E chissà che poi non saltino fuori un The Real L Word
New York, Londra, Milano…?!
Fonte: Movieplayer

(01/09/2009) Nuovo telefilm lesbico: Lip Service, sei stagioni di emozioni e uno spaccato di vita lesbo realistico, in tutta risposta alle paladine statunitensi di L Word. Arriva direttamente dall’Inghilterra il nuovo telefilm lesbo “Lip Service”, divertente, irriverente, ma soprattutto con i piedi per terra e aderente alla realtà. Questo è quello che si è prefissata la creatrice Harriet Braun quando la BBC3 le ha commissionato con orgoglio la sceneggiatura della serie. Per quanto tutte noi abbiamo amato L Word, sappiamo quanto a volte le protagoniste siano distanti dalla nostra realtà (chi non le ha invidiate almeno una volta!?). Ecco allora che questa nuova serie, liberamente tratta dall’esperienza diretta della Braun e delle sue amiche, sarà incentrata su un gruppo di ventenni di Glasgow alle prese col brutto tempo, con le realtà dei locali e con il turbinio di emozioni represse che vi circolano e che si vivono. Insomma, vedremo davvero cosa significa essere una giovane lesbica inglese.
Fonte: pinknews

08/09/09

Roma in bianco: Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne


08/09/2009

Roma, 8 sett 2009 - Arrivano nella capitale le delegazioni che, domani e dopodomani alla Farnesina, prenderanno parte alla Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità insieme al Ministero degli Affari Esteri nell'ambito delle iniziative della Presidenza italiana del G8. A Roma sono giunti i ministri per lo sviluppo e la famiglia di Tanzania e Senegal, Simwanza e Ndeye Diop. Tra gli arrivi previsti quello del Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite, Asha Rose Migiro, del ministro delle donne della Turchia, Aliye Kavaf, e degli Affari femminili dell'Afghanistan, Ghanzanfar Hosn Banu. Giorgio Napolitano aprirà domani mattina la conferenza. Al saluto del Capo dello Stato seguiranno gli interventi del ministro degli Esteri, Franco Frattini, del ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, del Premio Nobel e Senatrice a vita Rita Levi Montalcini e del Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite Asha Rose Migiro. Su invito del ministro Carfagna, che giovedì in chiusura dell'evento terrà una conferenza stampa alle 16:15 alla Sala Aldo Moro della Farnesina, tutte le relatrice indosseranno una sciarpa bianca, il colore scelto per la giornata contro la violenza sulle donne. La richiesta di indossare qualcosa di bianco verrà fatta anche a tutti gli italiani. Nelle 100 stazioni d'Italia verranno inoltre distribuiti 20 mila braccialetti bianchi.

Uguali : Manifestazione nazionale 10 ottobre 2009 Liberi e eguali in dignità e diritti

Comunicato stampa - ArciLesbica 7 settembre 2009
UGUALI
Manifestazione nazionale 10 ottobre 2009 Liberi e eguali in dignità e diritti
(articolo 1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)
Ci siamo oggi ritrovat* a Roma per confrontarci tra associazioni, gruppi, persone appartenenti al plurale movimento lgbt italiano. La nostra volontà è chiara: non abbiamo paura e vogliamo rispondere alla violenza con il nostro contributo sociale e culturale. Noi siamo uguali, nella nostra dignità, nell’affermare i nostri diritti e doveri nella società, nella rivendicazione di leggi. Insieme vogliamo invitare le persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, cittadine e cittadini a far sentire la voce e l’impegno di un’Italia differente, che agisce per un cambiamento vero, profondo che riguarda la cultura e la convivenza.
Il 10 Ottobre 2009 saremo a Roma,
come movimento lgbt, unitariamente, coscienti di convocare una manifestazione in un clima che in generale è violento, che colpisce noi, migranti, donne e altri soggetti sociali ritenuti deboli, in cui si alimenta l’idea di dominio, di visioni autoritarie.
Saremo a Roma per rivendicare il diritto alla piena uguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Una buona legge contro l’omofobia e la transfobia, che estenda la legge Mancino anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere, è oggi una fondamentale necessità democratica che rivendichiamo.
Ma è solo un primo passo non certo esaustivo né sufficiente.
Il 10 ottobre manifesteremo per chiedere la piena attuazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione, per impegnare le istituzioni tutte ad agire anche con interventi informativi, formativi e culturali, nelle scuole e sui media, per rivendicare l’interezza della nostra piattaforma politica. Questa manifestazione è anche il primo chiaro segnale della nostra capacità di far esprimere una nuova e forte volontà di cambiamento del movimento lgbt italiano. Chiediamo a tutta la società civile di essere accanto a noi, quel giorno. Ognuno di noi vive calato nella società, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle scuole. Non siamo confinati nei ghetti e non più vogliamo starci. Vogliamo che il 10 ottobre sia una manifestazione in cui ogni persona lesbica, transgender, bisessuale, omosessuale abbia accanto le proprie famiglie, i colleghi di lavoro, i compagni di scuola, i vicini di casa.
Guiderà la manifestazione un’unica enorme bandiera Rainbow. Sotto i suoi colori in cui tutte e tutti ci riconosciamo, invitiamo tutte e tutti ad essere presenti portando la propria storia, la propria soggettività, la propria bandiera di movimenti sociali e culturali.

Uguali - Comitato Promotore Manifestazione Nazionale Roma 10 ottobre 2009

Portavoce Fabianna Tozzi 3476265494

Londra: insegnante e studentessa in una relazione lesbo


(19/08/2009) Helen Goddard, insegnante di 25enne di musica ha iniziato una relazione d’amore con una sua studentessa 15enne. Ora rischia il carcere, ma le due rimangono innamorate.
Helen Goddard
Si erano conosciute a scuola, e tra i banchi galeotti, è sbocciato l’amore. Fino a qui niente di strano, se non fosse che Helen Goddard, 25 anni, era proprio l’insegnante di musica nella classe di questa ragazza 15enne. Entrambe infatuate, l’una della giovinezza della studentessa, l’altra dell’intelligenza della sua ingegnante, si sono innamorate ed hanno iniziato una passionale relazione. Una soffiata anonima però, ha avvisato la presidenza della City of London School of Girls del segreto che la professoressa di musica stava nascondendo, intervenendo subito con la sospensione della Goddard.
La donna è stata arrestata in questi giorni e attualmente sta affrontando un processo dal quale difficilmente ne uscirà incolume. Helen Goddard infatti rischia il carcere e ben poche speranze potranno salvarla, forse nemmeno le affermazioni della giovane studentessa, che si dichiara ancora perdutamente innamorata dell’insegnante, e senza alcuna intenzione di porre fine alla loro relazione. La liceale ha dichiarato inoltre di voler aspettare un anno; al suo sedicesimo anno di età infatti, la legge che vincola i rapporti tra individui maggiorenni e minorenni non avrà più effetto, e potrà quindi continuare ad amare la sua ‘più matura’ compagna.
Fonte: dailymail
Trovi anche su Facebook un gruppo: Solidarietà ad Helen Goddard
http://www.facebook.com/group.php?gid=105399153077&ref=share

07/09/09

Eudy Simelane , calciatrice della nazionale sudafricana, uccisa perché lesbica

(30/08/2009) La ragazza 31 enne Eudy Simelane è stata stuprata e uccisa perché lesbica. In questi giorni i processi ai violentatori.
Era arrivata a giocare nella nazionale di calcio femminile, guadagnandosi la fascia di capitano della squadra sudafricana, poi, d’improvviso, il suo sogno si è infranto per sempre. È la storia di Eudy Simelane, ragazza lesbica 31enne, il cui corpo è stato trovato quasi nudo a KwaThema, un parco della sua Johannesburg. Dopo essere stata violentata, ha perso la vita con 25 coltellate a seno, viso e gambe. È accaduto l’aprile dell’anno scorso, e in questi mesi le indagini hanno portato a quattro arresti di uomini tra i 18 ed i 24 anni. I processi si sono aperti a breve, e la corte dovrà giudicare tre dei quattro ragazzi responsabili dello stupro collettivo di Eudy. Il quarto uomo coinvolto, dopo aver confessato, ha ricevuto un’immediata condanna di 32 anni di reclusione.
La denuncia del funzionario dell’agenzia Action Aid,Stepanie Ross, è anche un’altra però: “La violenza sulle donne omosessuali per renderle 'normali' è sempre più frequente”. Poi continua: “Alla fine gli 'stupri correttivi' aumentano proprio perché le donne si sentono incoraggiate dalle legge a vivere apertamente la loro omosessualità ma si scontrano con una violenza reale radicata e impunita. Pochi casi arrivano a processo e raramente i colpevoli sono catturati e condannati”.
Fonte: corriere

07/08/09

Stalking: 40 già in galera

In News
A San Vittore sono 40 i detenuti per questo nuovo reato, dalla sua introduzione
Alessia Mosca, deputata del Pd, ne ha contati 40. Quaranta detenuti condannati per stalking, ovvero per aver perseguitato una persona, che stanno scontando la loro pena nel carcere di San Vittore a pochi mesi dall'introduzione del reato (fine aprile). Per la deputata si è trattato di una scoperta, di un "risultato inatteso" che, ha spiegato, "vuol dire che era un fenomeno veramente sottovalutato e che si è data una risposta ad un problema diffuso". Al di là della soddisfazione per aver centrato il bersaglio (le ipotesi di formulazione del reato avevano già preso forma con il precedente governo Prodi; mentre l'introduzione vera e propria è avvenuta quest'anno con la conversione in legge di un decreto promosso dall'attuale ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna), la deputata non ha mancato di sollevare un'obiezione: «Per ogni tipologia di reato - ha detto in una conferenza stampa che ha seguito la visita al carcere milanese - ci deve essere un trattamento diverso. Così anche il reato di stalking necessita di trattamenti specifici e quindi una specifica formazione degli educatori. Servono - ha concluso - maggiori risorse per il personale».

23/06/09

NAPOLI. AGGRESSIONE OMOFOBA, CACCIA AL BRANCO

La ventiseienne pestata è stata la sola a intervenire in soccorso degli amici. Una manifestazione domani alle 19. Identikit del branco, a piazza Bellini una notte di violenze mercoledì 24 giugno 2009 , di Repubblica.it
di Cristina Zagaria
C´è l´identikit del branco. E c´è la rabbia per una notte di violenza culminata con il pestaggio di Maria Luisa, la ragazza di 26 anni che è intervenuta per difendere un amico gay e ora rischia la perdita dell´occhio sinistro. Ricoverata nella divisione di Chirurgia vascolare dell´ospedale dei Pellegrini, i sanitari le hanno diagnosticato fratture multiple all´orbita dell´occhio sinistro. Dovranno operarla, non appena l´occhio si sgonfia. E mentre I-Ken, Arcilesbica e Arcigay, organizzano una fiaccolata per domani in piazza Bellini (appuntamento alle 19), i carabinieri sono sulle tracce del branco che nella notte tra domenica e lunedì ha aggredito Maria Luisa e il suo amico. Gli investigatori stanno cercando in particolare due ragazzi. Uno è alto un metro e 55, corporatura esile, 20 anni circa, capelli castano scuri, a spazzola, rasati ai lati. Ha il viso scavato, occhi scuri e baffi incolti. Segno distintivo: un tatuaggio sul braccio destro. La sera dell´aggressione indossava una polo arancione. L´altro, ricorda Maria Luisa, aveva addosso un giubbotto nero, è un po´ più alto, circa un metro e sessantacinque, corporatura robusta ed è più giovane, circa 17 anni. Anche lui ha i capelli rasati. Secondo i carabinieri, però, non sono Skinheads: di certo sono ragazzi del quartiere Sanità. «La cosa che più mi fa male?», si chiede Carlo Cremona, presidente I Ken, «ho ascoltato molti ragazzi presenti alla scena e mi hanno detto che l´amico di Maria è stato insultato e preso di mira per tutta la serata. Non si è trattato di un´aggressione improvvisata, ma è durata ore e la gente che era in piazza non ha fatto niente. È rimasta ferma. Solo Maria Luisa ha avuto il coraggio di intervenire ed è stata pestata. Se invece avessero reagito tutti non sarebbe accaduto nulla». Indifferenza e paura. «Quanto accaduto in piazza Bellini è indegno di una società civile - interviene il sindaco Rosa Russo Iervolino- È un preoccupante segno di intolleranza che colpisce la nostra comunità. Sono affettuosamente vicina a questa ragazza intervenuta con generosità e coraggio contro l´inaudita violenza del branco». E l´assessore alla Legalità Luigi Scotti, insieme all´assessore Pari opportunità, Valeria Valente, da un lato invitano «cittadini e associazioni a dare un segno forte e a partecipare in tanti alla fiaccolata» di domani, dall´altro si impegnano a fare la propria parte «per garantire una maggiore sicurezza di chi, omo o etero che sia, sta trascorrendo una serata e viene aggredito, rafforzando da subito in quella zona la presenza della polizia locale». Ma soprattutto Scotti e Valente chiedono «una più stringente collaborazione delle forze dell´ordine» e sollecitano «misure di sicurezza e controllo per scongiurare il ripetersi di simili atti». I consiglieri comunali Francesco Nicodemo (Pd) e Francesco Minisci (Movimento per la sinistra) annunciano per domani mattina un incontro tra il questore e le associazioni gay, lesbiche e Lgbt. Le stesse che stanno organizzando la fiaccolata: «Faremo un sit-in e una fiaccolata - spiegano Arcilesbica, I ken, Arcigay e l´Udi - un presidio per dire basta alla violenza e per sentire la piazza nostra, sicura, viva». Numerosi i messaggi di solidarietà: l´Arcigay offre assistenza legale e Imma Battaglia, leader del movimento gay, chiede l´intervento del ministro dell´Interno Roberto Maroni.«Di fronte a questi atti dobbiamo convincerci a non arrenderci. Dobbiamo contrapporci con la nostra realtà concreta», commenta il cardinale Crescenzio Sepe. «Non si senta sola Maria Luisa in queste ore», scrive sul suo blog Antonio Bassolino. Solidarietà anche dall´assessore alle Politiche sociali della Regione, Alfonsina De Felice, e dall´assessore comunale Giulio Riccio (ieri in ospedale per visitare Maria Luisa), da Leonardo Impegno, presidente del Consiglio comunale e da Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale.

Comunicato stampa
Arcilesbica Napoli – Arcigay Napoli – i Ken Onlus
Le associazioni Arcilesbica Napoli, Arcigay Napoli ed i Ken Onlus, denunciano il grave atto di violenza perpetrato la scorsa notte contro una giovane donna in Piazza Bellini a Napoli, luogo notoriamente frequentato dalla comunità omosessuale napoletana che torna così, drammaticamente, ad essere teatro di aggressioni a danno di cittadine e cittadini.La vittima ha riportato un serio danno all’occhio ed è attualmente ricoverata in ospedale in gravissime condizioni. A lei va la nostra solidarietà e l’impegno a lottare per una città non violenta nella quale essere donna è un valore e non una condanna. E’ gravissimo che le amministrazioni locali e nazionali continuino ad ignorare la necessità di tutelare una delle più belle piazze d’Europa che, con sempre maggiore frequenza, è macchiata dal sangue di persone che vi s’intrattengono pacificamente e sono il cuore della sua movida artistica, sociale e culturale.La vera vergogna che denunciamo è la “licenza di aggredire” che viene così indirettamente concessa a chi viola i corpi e la dignità di altri esseri umani e la deriva violenta di false propagande: un “Decreto sicurezza” che non tutela un bel nulla, le istigazioni allo squadrismo violento e la cancellazione dell’omofobia dal novero degli allarmi sociali di questo Paese. Accadimenti come questo di Piazza Bellini non sono per caso: sono il risultato e l’allarme di un imbarbarimento generale che mette a rischio lo stato di civiltà e democrazia della città, dell’intero Paese. E a pagare per primo è, come al solito, chi da sempre è “nel centro del mirino”: donne, omosessuali, trans, immigrati.Come associazioni che tutelano i diritti dei cittadini LGBT abbiamo più volte in passato denunciato la gravità della situazione del centro storico e in particolare di piazza Bellini, ci chiediamo dunque come mai non sia stato ancora preso alcun provvedimento. Noi oggi diciamo BASTA! Metteremo in campo tutte le risorse e gli strumenti necessari di cui disponiamo per costringere le autorità locali a farsi carico di questo indicibile e sistematico attacco alla cittadinanza di cui la comunità omosessuale napoletana fa parte.



Giordana Curati – Arcilesbica Napoli



Salvatore Simioli – Arcigay Napoli



Carlo Cremona – i Ken Onlus

14/05/09

Solidarietà alla compagna aggredita a Trento

Comunicato stampa - ArciLesbica
29 maggio 2009
Precisazioni su UniversInversi
Dopo l'aggressione dell'11 maggio scorso, avvenuta a Trento nella sede di Rifondazione contro una organizzatrice di UniversInversi, ArciLesbica di Trento ha inviato un comunicato di affettuosa solidarieta' alla donna e di sdegno per il gesto di violenza.
Le mie dichiarazioni sul quotidiano Il Trentino del 25 Maggio scorso sulla qualita' del laboratorio SexiShock non vanno intese come una presa di distanza da una riflessione non censurata sulle sessualita', terreno su cui peraltro ArciLesbica ha un lungo percorso di lavoro e un dibattito aperto: ad esempio il prossimo 6 giugno a Genova ospiteremo la performer Diane Torr per un incontro sulle maschilita' femminili.
La mia dichiarazione lamentava solamente l'ingenuita' del testo di presentazione del Laboratorio Betty-SexiShock, che ha esposto le tematiche lgbt alla banalizzazione omofobica. Inoltre ho auspicato, specialmente alla vigilia di competizioni elettorali, che si salvaguardi l'indipendenza delle iniziative lgbt dai partiti e dalle candidature strumentali.
Giovanna Camertoni
Segreteria Nazionale ArciLesbica
Ufficio Stampa ArciLesbica e-mail: ufficiostampa@arcilesbica.it
Mobile: 327.324.31.01 www.arcilesbica.it

Comunicato stampa - ArciLesbica 12 maggio 2009
ArciLesbica L'Altra Venere Trentino Alto-Adige esprime piena solidarietà alla nostra giovane amica, vittima dell' aggressione, e profondo sdegno per il grave atto di violenza perpetrato ai suoi danni. Aggredire una donna, e aggredirla oltretutto perché lesbica, è un atto di disarmante stupidità, di una profonda ignoranza ma anche di una cultura intollerante, omofoba e prevaricatrice che troppo spesso sembra attraversare questa società.
Manifestiamo enorme dispiacere collegando questa vergognosa azione alla contemporanea organizzazione di un evento legato alla manifestazione e diffusione di eventi culturali sulle diversità sessuali: ciò non può e non deve compromettere il diritto di cittadinanza nella nostra città, auspicando altresì più sicurezza e tutela per le donne.
Ci auguriamo che si dia seguito attraverso un' azione di educazione profonda nei confronti di chi sempre più si sente legittimato a manifestare la propria inciviltà.Tutto il nostro impegno per il rispetto dei diritti e il recupero nella nostra città di principi di tolleranza e giustizia, di coesione sociale, necessari a rendere la città sicura.
Michela Papette
Presidente di ArciLesbica L'Altra Venere Trentino Alto-Adige
Ufficio Stampa ArciLesbica e-mail: ufficiostampa@arcilesbica.it
http://www.arcilesbica.it/

01/05/09

Amore, preferisco lei

Corna in un matrimonio su due. E il 7% tradisce con una persona dello stesso sesso. L'amica, per esempio FOTO
Il tradimento è lo sport preferito delle coppie italiane. Al lavoro o in chat, si cornifica in un matrimonio su due. E il sette per cento lo fa con persone del suo stesso sesso e sono soprattutto le donne a preferire l'amore lesbo
Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. Sicuramente. Ma anche di traditori . In Italia infatti si cornifica sempre di più e l'infedeltà colpisce un matrimonio su due. Il terreno prediletto dei patiti della scappatella rimane il luogo di lavoro dove si consumano il 60 per cento delle infedeltà, ma anche le chat non scherzano in fatto di tradimento (40 per cento). A rivelare questa voglia quasi compulsiva di trasgressione degli italiani, sia uomini che donne, è un'indagine condotta dal Centro Studi dell`Associazione matrimonialisti italiani in collaborazione con il professore Vincenzo Mastronardi, direttore della cattedra di psicopatologia forense presso la Facoltà medica dell'Università Sapienza di Roma. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare quando si parla di infedeltà il "colpevole " non è sempre lui. Le donne ormai tradiscono quasi quanto gli uomini, con una percentuale del 45% contro il 55%. Ma il dato più sorprendente che emerge dall'indagine èun altro: nel 7 per cento dei casi chi tradisce lo fa con una persona dello stesso sesso. «Negli ultimi anni - spiega il presidente nazionale Ami, l'avvocato Gian Ettore Gassani - sta emergendo un altro fenomeno,quello delle infedeltà omosessuali. Sempre più spesso, nelle procedure di separazione, si scopre il marito o la moglie hanno relazioni extraconiugali omosessuali». Le reazioni dopo la scoperta? Incredulità e delusione, ma anche vergogna: ci si sente impotenti quando si scopre che lui o lei ha un amante omosessuale. Ed è proprio per questo che molti coniugi traditi tendono ancora a nascondere l'omosessualità del partner quasi come fosse un tabù, ache se negli ultimi tempi «si sta registrando un'inversione di tendenza. I traditi hanno sempre meno remore a portare le prove in giudizio della infedeltà coniugale di tipo omosessuale». Ora anche la Cassazione si è adeguata all'evoluzione dei costumi e con la sentenza n. 7207/09, ha equiparato, in termini di gravità, la relazione extraconiugale omosessuale a quella eterosessuale.

27/04/09

Lesbo è glamour, tutto merito della tv

E sul sito de la7 le italiane si confessano: «Perché devo provarci solo con gli uomini?»
Da «Sex and the City» a «The L Word»: le donne che amano le donne sempre più sotto i riflettori
NOTIZIE CORRELATE
Women at work, trionfa il modello «Sex and the city» (29 maggio 2008)
(nella foto - Una scena di «The L Word», trasmesso in Italia da La7 e da Jimmy)
MILANO - Gay è bello. Di più, è glamour. Soprattutto se l'omosessualità in questione è quella femminile. E non è forse un caso che negli ultimi tempi l'outing lesbico vada tanto di moda, soprattutto tra personaggi dello spettacolo. Non è un caso che anche la televisione si stia sempre più interessando ad un fenomeno che sta riempiendo sempre di più le pagine dei giornali e trovando spazi nelle agende di studiosi e ricercatori. Così, se fino qualche anno fa la trasmissione cult&trendy per eccellenza era «Sex and the City», incentrata sulle avventure e le conquiste maschili di quattro amiche newyorkesi, a distanza poco più di dieci anni dal debutto di Carrie Bradshaw (Sara Jessica Parker) e compagne sull'emittente statunitense Hbo i riflettori si sono accesi su un'altra serie tv a stelle e strisce, «The L Word», in cui ancora una volta le protagoniste sono tutte donne. Che in questo caso, però, degli uomini fanno tranquillamente a meno.
SAFFO SDOGANATA - La serie, che negli Usa ha debuttato nel 2004, è trasmessa in Italia da La7 e dal canale satellitare Jimmy e il sito internet del programma è diventato un punto di riferimento per molte donne italiane che, protette dall'anonimato del nickname, si lasciano andare nelle loro confessioni su fantasie o esperienze omosex. Grazie alla tv, insomma, l'amore saffico sembra essere stato del tutto sdoganato. Anche in prima serata (e nella fascia pomeridiana), come ha dimostrato ad esempio l'edizione appena conclusa del Grande Fratello di cui una delle protagoniste è stata Siria De Falco, la 31enne originaria di Pomigliano d'Arco - che nell'appartamento di Cincecittà ha rappresentato per alcuni degli altri concorrenti (maschi) un vorrei-ma-mpm-posso - che nella vita di tutti i giorni si esibisce come «mangiafuoco» nei locali e che non ha mai fatto mistero - e neppure gli autori del programma - delle sue tendenze sessuali. Tuttavia c'è un grosso rischio, avverte Susan Bordo, filosofa femminista, docente all'Università del Kentuky, in un servizio di Oprah Magazine rilanciato dalla Cnn: pensare che ogni tabù sia definitivamente infranto e che ormai si viva in un mondo dove ogni scelta sessuale è tranquillamente possibile. «Basta dare un'occhiata alle protagoniste di "The L Word" - sottolinea la studiosa - ed è subito chiaro come solo un determinato tipo di lesbica, magra, elegante o mascolina in chiave androgina è accettabile per la cultura dominante».
L COME LESBO - Le ragazze di «The L Word» vivono vite sessualmente intense nell'ambito di storie variegate ma intrecciate tra loro, che hanno come perno un locale notturno, il «Planet», luogo di ritrovo di donne omo e bisessuali. Come in tutte le serie tv che si rispettano, anche in questa ci sono amori che nascono e che finiscono, intrecci e conversioni. Si affrontano i temi cardine delle relazioni omosessuali viste dalla parte di lei, il desiderio di maternità affidato all'inseminazione artificiale, le difficoltà di fare outing, la voglia di abbandonarsi alle proprie pulsioni, le gioie e i dolori, coppie di lunga data che si separano, coppie messe alla prova dall'insorgenza di una malattia incurabile. Nel cast c'è anche Jennifer Beals, che deve la sua fama soprattutto al film che l'ha lanciata, «Flashdance», del 1983, dove interpretava una donna con la passione per la danza che però si manteneva di giorno con un lavoro decisamente maschile, quello di saldatrice in un'officina.
«ORA CI PROVO CON LE DONNE» - Nello spazio web che La7 dedica all'edizione italiana di «The L Word» sono tante le donne che scrivono alla rubrica «Dialoghi a distanza». Per confidarsi, per esprimere dubbi e perplessità, per raccontare le proprie gioie e le proprie paure. le proprie storie e le proprie delusioni. «Ho amato e ho sofferto per la mia migliore amica che poi mi ha spezzato il cuore - scrive Zoe in uno degli ultimi post pubblicati -. So solo che è bellissima e che non è stato facile dimenticarla..abbiamo vissuto momenti magici... purtroppo è sposata e ha due figli meravigliosi». Lula, 26enne della provincia di Napoli, parla invece del «vivere un'esistenza libera, ma non trasparente, tranquilla ma non "serena", consapevole ma a tratti non "voluta"». E che aggiunge: «Mi piacevano le donne e ancora oggi non posso fare a meno di guardarle e adorarle... solo che se fino a qualche tempo fa mi ripetevo "E' una tendenza fine a se stessa... per fortuna mi piacciono "anche" gli uomini, sono sempre stata con gli uomini, ho fatto l'amore con loro e mi è piaciuto...e continuerò su questa strada", oggi la musica è diversa: "se provo attrazione per le donne, per quale dannatissimo motivo non posso provarci con loro, cosi come in passato ho fatto con persone di sesso opposto?». E ancora le storie a lieto fine, come quelle di Ambra e Arual, che si sono incontrate proprio attraverso il forum e ora parafrasando Dante dicono «galeotto fu questo spazio e chi lo suggerì!».
(nella foto - Cynthia Nixon, la Miranda di «Sex and the city»)
CYNTHIA SUL SET E NELLA VITA - Il passaggio dalle donne cacciatrici di uomini di «Sex and the City» alle donne cacciatrici di donne di «The L Word» sembra insomma ormai assodato. E anche il fato sembra averci messo del suo, se si considera che l'attrice Cynthia Nixon - che in «Sex and the City» interpreta Miranda Hobbes, avvocato di successo con una relazione stabile con un uomo, Steve, con cui ha un figlio e che alla fine decide di sposare - nella vita reale abbia deciso di dare un taglio alla sua decennale storia sentimentale con Danny Mozes, docente di Letteratura Inglese da cui aveva avuto due figlie, per iniziare una relazione sentimentale con Christine Marinoni, tutt'ora sua compagna e di cui parla spesso e volentieri in pubblico.
«FLUIDITA' SESSUALE» - Gli studiosi americani hanno coniato un termine per spiegare quanto sta avvenendo nell'universo femminile e questa sempre maggiore propensione alle relazioni lesbo: parlano di «fluidità sessuale», dal titolo di un libro («Sexual Fluidity: Understanding Women's Love and Desire») scritto da Lisa Diamond, professore di Psicologia e studi di genere all'università dello Utah. La stessa Diamond definisce questa fluidità come la «capacità di rispondere eroticamente in modi inattesi a seguito di particolari situazioni o relazioni». Per la Diamond «è qualcosa che non sembra le donne siano in grado di controllare». Come dire che c'è una maggiore propensione all'omosessualità nell'universo femminile. Lo confermerebbe tra l'altro uno studio effettuato dalla Northwestern University nel 2004 mettendo un gruppo di uomini e un gruppo di donne - in entrambi dei quali erano presenti persone dichiaratamente omosessuali e persone etero - davanti a scene di sesso gay: mentre tra gli uomini soltanto gli omosessuali si sono eccitati nel vedere filmati che mostravano due uomini impegnati in rapporti sessuali, tra le donne l'eccitazione di fronte alle scene di sesso lesbo è stata generalizzata. «E questo - è la conclusione del ricercatore che ha curato lo studio, Michael Bailey, interpellato dall'Oprah Magazine -. dimostra la differenza tra il cervello dell'uomo e quello della donna».
Alessandro Sala

25/04/09

violenta ingerenza del vaticano sulle donne

Ennesima violenta dichiarazione del vaticano riguardo al corpo delle donne (altamente agghiacciante) dal sito apcom.net:Vaticano.
Mons.Laffitte: No pillola giorno dopo a donne stuprate
Su 'Osservatore romano': Continuare studi per risolvere problemapostato 1 ora faRoma, 21 apr. (Apcom) - Il vicepresidente della Pontificia accademia per la vita, monsignor Jean Laffitte, ribadisce il 'no' della Chiesa cattolica alla pillola del giorno dopo, anche nel caso di donne vittime di violenza sessuale."Tale giudizio - spiega in un'articolo sull''Osservatore romano' - non impedisce di continuare gli studi circa i modi più adatti per affrontare i gravissimi problemi causati dalla violenza sessuale a una donna. Se da una parte la donna vittima di una terribile aggressione alla sua dignità ha il diritto di difendersi, anche attraverso l'uso di mezzi che potrebbero impedire l'ovulazione e la fecondazione - afferma il presule - occorre d'altra parte ribadire che va difeso anche il diritto alla vita dell'essere umano eventualmente già concepito.
Se ci fosse una qualche incertezza al riguardo, non sarebbe lecito utilizzare mezzi che potrebbero avere un effetto anche abortivo".Dubbi vengono espressi dal presule - anche se non una condanna - pure sui metodi contraccettivi. "Occorre osservare - scrive il vice di monsignor Rino Fisichella - che, pur essendo la contraccezione un atto di natura essenzialmente diversa, l'uso abituale e banalizzato dei mezzi contraccettivi, lungi dal fare regredire il ricorso all'aborto, trova spesso in quest'ultimo il suo prolungamento".

I° CONCORSO DI PITTURA SOLIDALE LOS QUINCHOS


Scadenza 30 Giugno 2009
Il comitato bresciano dell’Associazione Los quinchos, con il sostegno e la collaborazione
dell’Accademia delle Belle Arti L.A.B.A., è lieta di presentare la prima edizione del “Concorso di pittura solidale Los quinchos”. L’ Associazione Los quinchos opera in Nicaragua e accoglie bambini abbandonati e maltrattati; nasce nel 1991 ad opera di Zelinda Roccia inorridita dalla terribile situazione di violenza e paura con cui i bambini di strada devono continuamente misurarsi.
Los quinchos è un’associazione laica, senza scopo di lucro e sopravvive grazie alle donazioni di privati, alle adozioni a distanza e all’opera dei comitati di Cagliari, Brescia, Firenze, Trezzo Sull’ Adda e Bolzano. Per l’anno 2009 il comitato di Brescia si prefigge lo scopo di raccogliere i fondi necessari per la realizzazione di un’osteria italiana/B&B a Granada che rappresenterà, per i ragazzi più grandi, una concreta possibilità di emancipazione.
Per ogni informazione sull’Associazione è possibile visitare il sito www.losquinchos.it .
REGOLAMENTO
-Art.1 Destinatari: Possono partecipare al concorso artisti di qualsiasi nazionalità che operino sul territorio nazionale italiano. Non ci sono limiti di età, sesso o altra qualificazione per candidarsi ai premi.
-Art.2 Tema:Il tema da sviluppare è “RI-EMERGERE”. I partecipanti sono liberi di interpretare pittoricamente il tema secondo la loro personale sensibilità artistica.
-Art.3 Modalità di partecipazione: L’opera, anonima, potrà essere realizzata con qualsiasi tecnica su tela, pannello, tavola, cartone. Per altri tipi di supporto o qualsiasi informazione inviare una e-mail all’indirizzo losquinchosbs@gmail.com oppure telefonare al numero 328 5831522 (Sig.ra Giulietta). L’opera, dotata di sicura staffa, dovrà essere spedita o consegnata personalmente presso il “Distaccamento di Arti Visive dell’ Accademia L.A.B.A” - P.zza del Foro 2 - 25100 Brescia, entro e non oltre il 30 giugno 2009, con la dicitura “Concorso di pittura solidale Los quinchos”.
Per l’ammissione farà fede la data del timbro postale di spedizione.
Il pacco dovrà contenere una busta con 5 fotografie dell’opera con relativo titolo (o in alternativa una sola fotografia su CD in formato .jpg) e una busta chiusa con la seguente documentazione:
1. Documento dattiloscritto con le seguenti informazioni: titolo dell’opera, nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico, indirizzo e-mail o in alternativa il modulo di partecipazione compilato. Il tutto in originale e firmato.
2. Fotocopia del bonifico di € 25,00 effettuato sul conto corrente bancario intestato Rif. Los quinchos Lucchini, Corbellini e Ongari IBAN IT91M0501811200000000102763 presso Banca Etica in Via dei Musei, 31 a Brescia, indicando come causale “Tassa di iscrizione concorso di pittura solidale”
3. Dichiarazione firmata in carta semplice in cui si dichiara di permettere il trattamento dei dati personali a fini culturali, ai sensi della legge sulla privacy D.lgs 196/2003. Il trattamento dei dati, di cui garantiamo la massima riservatezza, è effettuato esclusivamente ai fini inerenti al concorso.
4. Per i concorrenti minorenni, dichiarazione firmata di chi esercita la patria potestà con fotocopia di un documento valido. Resta inteso che la tassa d’iscrizione è valida per una sola opera, per partecipare con più opere occorre versare € 25,00 per ogni opera in concorso. Qualunque opera non rispetti le sopra citate modalità di partecipazione non verrà accettata al concorso.
2 -Art.4 Premi e Premiazione:
 Primo classificato: € 800,00 + targa.
 Secondo classificato: Buono acquisto di € 200,00 da utilizzare presso il Colorificio Astrale di Brescia + targa.
 Terzo classificato: Targa.
Ai minimo primi dieci classificati in graduatoria verrà garantito un tour espositivo presso vari locali e gallerie di Brescia e provincia. La premiazione si terrà il 12 Settembre 2009 presso la Cascina Maggia, in località S. Polo (Bs) in Via Maggia, 3.
Tutti i concorrenti riceveranno maggiori informazioni riguardo la serata di premiazione entro il 31 Agosto 2009 tramite posta elettronica e sono invitati a partecipare all’evento.
-Art.5 Giuria: La Giuria sarà così composta:
 Sig. Franco Migliaccio, docente universitario di Storia dell’ Arte;
 Sig.ra Francesca Silveri, gallerista;
 Sig.ra Pina Sacchi, pittrice;
 Sig.ra Barbara Mancini, illustratrice.
Le deliberazioni della giuria sono insindacabili e inappellabili.
-Art.6 Restituzione delle opere: Essendo il concorso finalizzato alla raccolta di fondi per il progetto Los Quinchos e dal momento che la tassa d’iscrizione copre unicamente le spese di segreteria, gestione e organizzazione, i concorrenti sono invitati a sostenere il progetto donando l’opera, che verrà battuta all’asta il giorno della premiazione. Nel caso l’artista decidesse di non cedere l’opera, insieme alla stessa dovranno pervenire i francobolli necessari per la spedizione, o potrà essere ritirata di persona il 12 Settembre 2009. La volontà di donare o meno l’opera dovrà
essere manifestata chiaramente al momento dell’ iscrizione.
-Art. 7 Liberatoria: Gli organizzatori, pur garantendo la massima cura delle opere ricevute, non si assumono alcuna responsabilità per eventuali danni di trasporto, manomissioni, incendio, furto o altre cause durante il periodo del deposito, dell’esposizione e della giacenza.
-Art. 8 Accettazione delle condizioni: Gli artisti sono garanti dell’originalità dell’opera e partecipando alla prima edizione del “Concorso di pittura solidale Los quinchos” accettano implicitamente tutte le norme contenute nel presente bando, nessuna esclusa.
L’artista partecipante dichiara di aver letto attentamente il presente bando e di accettarlo dunque in tutti i suoi articoli.
LOS QUINCHOS BRESCIA
Cell 328 58 31 522
e-mail losquinchosbs@gmail.com
Sede legale: Piazza Cavour, 26- 20069- Vaprio d’Adda (MI)
Sede operativa: via Cimabue, 16- 25124- Brescia

04/04/09

Legge di nascosto le mail della moglie e la scopre lesbica. Condannato a tre mesi.

Il pubblico ministero di Milano ha chiesto la condanna a tre mesi del marito accusato di aver violato la privacy.Scoprire che la moglie è lesbica da una e-mail nel computer di casa e utilizzare il dato per annullare il matrimonio davanti alla Sacra Rota è un reato? Per il pm di Milano sì: è una violazione della privacy. Per questo, ieri è stata chiesta la condanna a tre mesi di un uomo denunciato dalla moglie lesbica. La vicenda comincia nel 2003. I coniugi, molto religiosi, avevano scelto di non avere rapporti sessuali prima del matrimonio. Una volta sposati, però, si erano presentati i primi problemi. Il marito aveva quindi scoperto nel computer che usavano entrambi una mail inviata da un’amica alla moglie. Era di un tenore inequivocabile e testimoniava come la donna avesse cominciato un rapporto omosessuale. Entrambi si erano rivolti a uno psichiatra per avere una consulenza in vista di un ricorso alla Sacra Rota per annullare il matrimonio. La relazione dello psichiatra era stata consegnata all’avvocato matrimonialista che doveva appunto discutere l’annullamento davanti alla Sacra Rota. Il documento, e forse non poteva essere altrimenti, conteneva dei riferimenti all’omosessualità della donna. Alla moglie, però, questo non era piaciuto: da qui una denuncia contro il coniuge per violazione della privacy, della corrispondenza, ricettazione della mail, mancata corresponsione degli alimenti, mentre per lo psichiatra l’accusa rivolta è stata di violazione del segreto professionale. Dalla denuncia è scaturito un processo e ieri il pm ha preso atto che, per quanto riguarda la violazione di corrispondenza e altri reati è intervenuta una remissione di querela da parte della moglie, ha però chiesto una condanna dell’imputato a tre mesi per la sola violazione della privacy. Il magistrato ha inoltre chiesto l’assoluzione dello psichiatra per la mancanza del dolo. (Il Tirreno)

24/03/09

Caffarella, perché Loyos il biondino confessò ?



Guarda subito sul sito Un bacio è un bacio

Chiunque con un minimo di sale in zucca e un po´ di onestà intellettuale si domanda se è giusto dedicare così tante prime pagine ad un solo stupro da cinque settimane a questa parte e zero righe, o piccole brevi, alle decine o centinaia di altre ragazze e donne stuprate in Italia in queste settimane.
di Gennaro Carotenuto
Su questo piano è evidente che sono sempre necessarie considerazioni su due aspetti:
1) l´uso politico dei romeni che stuprano una minorenne italiana, perfetti per tener desto l´allarme sicurezza;
2) la spettacolarizzazione del caso, ovvero l´uscita dal contesto informativo per entrare in un contesto seriale per il quale si segue quella storia a puntate fino alla soluzione del giallo ma non si segue un´altra storia analoga che va in onda su di un altro canale.
Nel caso della Caffarella però è a questo punto necessario esprimere un dubbio terribile che se confermato sarebbe un´onta per un paese civile e uno stato di diritto.
Perché Alexandru Loyos, al secolo "il biondino", confessò uno stupro che sicuramente non aveva commesso per ritrattare dopo poche ore? Quando la prova del DNA testimoniò che i due presunti mostri, Loyos e Karol Racz (faccia da pugile) erano innocenti (almeno dallo stupro) il primo fu accusato di essersi autocalunniato per proteggere i veri autori dello stupro descritti come potenti e minacciosi.
Adesso sappiamo (sappiamo?) che gli autori dello stupro erano altri due balordi, due giovanissimi immigrati disgraziati come il pugile e il biondino, la qual cosa fa cadere anche la pallida tesi dell´autocalunnia. Loyos e Racz restano ancora in galera e non si sa più bene perché. Quello che non vale per i presunti colpevoli (il carcere preventivo) vale invece per sicuri innocenti?
Ma soprattutto: perché Loyos confessò lo stupro? Cosa fece così paura a quello che oramai è a tutti gli effetti un´altra vittima di questa vicenda oltre alla quattordicenne stuprata? Molti temono che sia successo qualcosa di terribile non solo nel Parco della Caffarella ma anche nel Commissariato dove fu cucinata una verità ufficiale buona per i media e la politica, ma che non ha retto a nessuna verifica e che non era degna di un paese civile e di uno stato di diritto. Serviva urgentemente un mostro, ma forse il mostro in quel Commissariato non era Loyos.
Leggiamo la denuncia del gruppo Everyone in merito e molto altro su:
Giornalismo partecipativo

Vladimir Luxuria «Rifarei la prostituta»


«Rifarei la prostituta»
Vladimir Luxuria, nessun pentimento e un solo desiderio: «Vorrei essere mamma». Magari in un'altra vita. Il sesso? «Oggi la vera trasgressione è l'amore». Il suo pene? «Me lo tengo»

Un libro di favole per bambini sul tema transgender e nessun pentimento sul passato: «Rifarei tutto, anche la prostituta». Così Vladimir Luxuria si racconta in un'intervista a Grazia: «Sto scrivendo un libro di fiabe sul tema della trasformazione e del transgender.

La persona che nasce in un corpo che non sente suo non è tanto diversa dal principe che la strega cattiva ha trasformato in un ranocchio». Deputata di Rifondazione nella precedente legislatura, vincitrice della sesta edizione dell'"Isola dei famosi" e autrice di un libro di favole a breve nelle librerie (notizia che aveva anticipato a Libero.it prima di partire per l'Honduras), Vladimir Luxuria, il transgender più famoso d'Italia, e afferma: «Non mi sento completamente femmina, non farò mai l'operazione per cambiare sesso». Poi confida di credere nella reincarnazione: «Vorrei rinascere soddisfatta del mio sesso anagrafico, vorrei essere bellissima e intelligentissima, vorrei essere mamma. Ma se dovessi reincarnarmi in un animale, allora mi piacerebbe essere un orata, perché può cambiare sesso senza ricorrere alla chirurgia. La natura fa si' che, se prevalgono i maschi, alcuni si trasformano in femmine per garantire la sopravvivenza dalla specie». Sostiene di non rinnegare nulla della sua vita e di non essersi mai pentita di ciò che ha fatto: «Non c'è nulla della mia vita che non rifarei. Compresa la prostituzione. Sarei un'ipocrita se adesso dicessi "mi pento" sbattendo la testa contro il muro. È stato un breve periodo della mia vita in cui ho scoperto la solitudine di tanti uomini». E infine confida al settimanale che la sua prossima sfida sarà l'amoreche nella sua vita non ha mai provato come sentimento corrisposto e duraturo. Lo definisce «l'elemento sovversivo del nostro tempo» e sostiene: «Oggi la vera trasgressione non è una donna vestita di lattice e con la frusta, ma una coppia di anziani che si tengono per mano». (Libero News)

08/03/09

Vescovo brasiliano scomunica famiglia bimba nove anni stuprata fatta abortire

Di fronte a questo, che si può pensare, dire, fare?
Scriviamo i nostri pensieri al vescovo di Recife? E al Vaticano che gli ha dato ragione? Qualcuno riesce a trovare l'indirizzo della diocesi di Recife?
Brasile: bambina di nove anni stuprata, vescovo scomunica chi l'ha aiutata ad abortire<clicca qui per leggere-stuprata-vescovo-scomunica-chi-ha-aiutata-abortire/>
E' accaduto in Brasile e lo ha reso noto la BBC <clicca qui per leggere>E' il caso di una bambina di nove anni, abusata per anni dal patrigno, incinta di due gemelli.
La legge brasiliana ammette l'aborto in caso di stupro e di rischio per la madre: secondo i medici, entrambe le casistiche erano in gioco. L'interruzione di gravidanza è stata portata a termine mercoledì. L'arcivescovo di Olinda e Recife, Jose Cardoso Sobrinho, ribadendo che la legge di Dio è superiorea ogni legge umana, ha immediatamente scomunicato la madre della bambina e i medici. La bambina non è stata scomunicata solo perché troppo piccola.

Una giornata da festeggiare con tutte e per tutte

Comunicato stampa - ArciLesbica
7 marzo 20098 marzo: giornata internazionale delle donne
Una giornata da festeggiare con tutte e per tutte


ArciLesbica augura buon 8 marzo a tutte le donne, lesbiche ed eterosessuali, alle migranti e alle native, alle giovani e alle donne anziane, a quelle che sono madri e a tutte le figlie, alle donne che lavorano e a quelle che vorrebbero lavorare, alle donne che si prendono cura e a quelle che hanno bisogno di cura.
Questa giornata per noi non ha perso il suo significato di festa dei rapporti d'amicizia e d'amore tra donne, grazie ai quali è avvenuta la presa di coscienza femminile del proprio valore e della propria inviolabilità.

Francesca Polo
Presidente Nazionale ArciLesbica

Ufficio Stampa ArciLesbica Nazionalee-mail: ufficiostampa@arcilesbica.it
Mobile: 327.324.31.01 http://www.arcilesbica.it/

19/01/09

Grande Fratello, Siria e Laura : da bisessuale a lesbica

Milano - sale la gradazione erotica della nona edizione del Grande Fratello. a stuzzicare gli interessi etero la supermaggiorata Cristina Del Basso che, dirompente in bikini adamitici, spadroneggia per la casa. Ma ce ne è per tutti i gusti. Dopo l'outing della mangiafuoco Siria De Fazio, che ha dichiarato di aver avuto "esperienze con uomini e donne", a infiammare i guardoni di tutto il paese arrivano i rinforzi dalla penisola iberica. Si tratta di Laura Coccia attualmente in "erasmus" al Gran Hermano. Ha 23 anni, è romana e ha una relazione con una donna, Caterina D'Agostino, interprete di un documentario on line su Youtube: "La sfortuna mi fa capoccella"

Dopo un passato da bisessuale la mangiafuoco preferisce le donne .
Attorno alla tavola, i ragazzi del Grande Fratello 9 si sono aperti alle più succulente confessioni. Ha colpito tutti, come una botta in testa, la dichiarazione di Siria De Fazio, mangiafuoco di Pomigliano D'Arco: 'Io? Solo donne'. L'argomento ha poi aperto un lungo dibattito sulla possibilità di adozione delle coppie gay. Gli animi si sono subito infuocati e hanno iniziato a volare tra i ragazzi accuse di perbenismo e bigottismo. A testimoniare le preferenze sessuali della giovane concorrente lesbica sono i due angeli che ha tatuato sul corpo, appunto due prosperose fanciulle.