[CHI SIAMO] - [APPUNTAMENTI] - [HOME] -[ ATTIVITA' E SERVIZI] - [ diventare socio/a] - [CONVENZIONI] - [AGORA'] -[BIBLIOTECA LGBT] - [ VIDEOTECA ] Pianeta Urano e Juliette & Juliette si sono trasferiti a S. Michele Extra (VR). Contatti : 346.9790553 dalle 18 alle 22 (x maschi) 349.3134852 (x femmine) info@arcigayverona.org OPP. verona@arcilesbica.it x INFO. iscriviti alla NEWS LETTER

29/12/10

LE STELLE VAGANTI: Giovedì 06 Gennaio ore 21 con la Festa delle streghe


Tutte le Befane sono invitate a riposarsi al centro Milk dopo la lunga faticata del giorno con Tombola, giochi di società e test psicologici. Per l'occasione è possibile tesserarsi all'Arcilesbica.


E' arrivata l'ora di fare un pò di pulizia nel tuo armadio?

Vuoi condividere l'orrore, cioè il piacere della statuetta che la zia ti ha regalato?

Il posto giusto per te è la Mostrotombola delle Stelle Vaganti! Tra una fetta di panettone e una tessera, tra un numero e un bicchiere di spumante puoi vincere mostruosi premi.

Vuoi festeggiare in allegria?

Porta i tuoi (in)desiderati regali e concorrerai all'ambito premio: mostro regalo dell'anno.

Ti aspettiamo!

Giovedì 06 Gennaio ore 21 con la Festa delle streghe

23/12/10

Bicchierata di Natale per gli amici del Milk Center

Una festa è stata organizzata per tutti gli amici del Milk Center. Il giorno 24 dicembre, vigilia di Natale, alle 21, in via Nichesola 9, ci troviamo assieme per poter esprimere in allegria gli auguri per le feste natalizie.

Tanti auguri di buon Natale e Felice anno Nuovo

Il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose semplici, la ricchezza del dialogo e la tenerezza dell'amicizia siano per Te i doni di questo Natale: AUGURI a tutti gli amici del centro Milk.
Ci troviamo per farci gli auguri

GIOVEDI' su Facebook
e VENERDI' al centro Milk per una bicchierata tutti insieme Lesbiche, Gay, Bisessuali Trans ed Etero ore 21.
Spero che il 2011 cresca con questi pensieri.. e che un giorno la parola omosessuale non sia presa per distinguere una razza... ma solo per aggiungere qualcosa al valore di una persona, valorizzando le diversità.. perchè sogniamo un mondo che sia in pace con se stesso...

AUGURI A TUTTI VOI!

25/11/10

Venerdì 17 dicembre ore 21"IL TESSERAMENTO NON PORTA SFIGA"

Anche quest’anno Juliette & Juliette è felice di annunciare la consueta festa per la promozione del tesseramento 2011. Un’iniziativa significativa per l’associazione che quest’anno potrà festeggiare presso il nostro nuovo centro MILK, venerdì 17 dicembre, a partire dalle 21.

La festa sarà l’occasione non solo per lanciare il tesseramento del prossimo anno, ma anche per incontrare le donne ed i loro amici gay sia tesserate che non (base associativa dell’Arcilesbica Juliette & Juliette. “Sarà un modo – spiega Luigia – per rilanciare ancora di più l’associazione nel territorio e per far conoscere alle/ai nostre/i socie/i le attività del centro MILK (via Nichesola 9 - per info 3493134852). Saluteremo, poi, il neonato gruppo "LE STELLE VAGANTI".
Alle 21 il consueto buffet gratuito offerto da JULIETTE & JULIETTE e preparato ad arte dalle cuoche e dai cuochi del Milk Center.
E' un evento: festa con intrattenimento musicale donne ed i loro amici gay.

La festa dura tutta la sera di Venerdì 17 dicembre'10 dalle 21 in poi e coinvolgerà le donne con il karaoke e con giochi musicali.
Non mancherà il buffet aperitivo e ballo !

Avremmo la possibilità di scegliere su oltre 2000 basi musicali: ultimi successi, canzoni romantiche ritmato o comiche, ecc..
Irene che sarà sia cantante che anche animatrice vi accompagnerà nei canti o nella musica dance e assisterà le più stonate!
Questa festa prevede l’intervento della nostra cantante Irene con tutta l’attrezzatura necessaria: impianto per karaoke, mixer, amplificatori, diffusori, microfoni....

Per il funzionamento di tutto l'impianto per la festa è disponibile anche un proiettore che proietterà su un'intera parete della sala grande parole e video.
Irene sarà sul posto un po' prima dell’orario d’inizio del karaoke per predisporre gli impianti.

Festa per le Donna + Aperitivo + Buffet + Musica


Anche questo mese le Stelle Vaganti che si trovano al Milk Center propongono,
Sabato 27 Novembre, una divertente serata dedicata alla Donna.
Ingresso riservato alle Donne fino alle 23.30, in un arredamento carinissimo e trendy; dove poter gustare Spriz Cocktail preparati da Rita ed avere una rosa offerta dal gruppo le Stelle Vaganti .

per un'indimenticabile serata per sole donne. 1 Pass comprende : 1 rosa + 1 Spriz oppure vin brulè + buffet free + musica)
h.19.00/24.30 Buffet-Pass 5€ Solo per le Donne.

NB: si preferisce la prenotazione chiamando il 349.3134852
Se prenoti un Tavolo Buffet 20€ (1 caraffa di buon vino brulè + Spriz + buffet con frutta ) + 6 Pass Donna

Milk Center via Nichesola 9 – San Michele Extra (VR)

prossimo incontro Venerdì 03 dicembre per Silent floor + buffet + musica dalle ore 21

APPUNTAMENTI del gruppo LE STELLE VAGANTI
Per le passeggiate al femminile info Marta 3296487603 o Luigia 3493134852 e_mail verona@arcilesbica.it
Due venerdì al mese andiamo a trovare le nostre amiche Ginestre.
(vedi calendario).
Un Venerdì al mese andiamo al VILLAGE a vedere uno spettacolo fantastico di SENORITA !!! per INFO Rita 3455787674 o controlla nel calendario.

Prossimo appuntamento
Venerdì 3 dicembre è una serata speciale: SILENT FLOOR
Grazie alla grandissima diffusione di certe opere tramite internet, negli ultimi anni è tornata a farsi conoscere una figura d’artista che si credeva ormai estinta, il Madonnaro. Anche noi venerdì 3 dicembre vogliamo giocare a fare il madonnaro al Milk Center ore 21. Venerdì su alcuni fogli sul pavimento (con l'aiuto di Chiara sapremmo creare opere straordinarie e dal grande impatto visivo grazie all’utilizzo di alcune tecniche che Chiara ci spiegherà.

Sabato 27 Novembre'10 alle ore 19 per un aperitivo per tutte in compagnia dei nostri amici gay e poi un bouffet con musica e tanta amicizia!.
Festa per le Donna + Aperitivo + Buffet + Musica
[leggi tutto qui]

Anche questo mese le Stelle Vaganti che si trovano al Milk Center propongono,
Sabato 27 Novembre, una divertente serata dedicata alla Donna.
Ingresso riservato alle Donne fino alle 23.30, in un arredamento carinissimo e trendy; dove poter gustare Spriz Cocktail preparati da Rita ed avere una rosa offerta dal gruppo le Stelle Vaganti .

per un'indimenticabile serata per sole donne. 1 Pass comprende : 1 rosa + 1 Spriz oppure vin brulè + buffet free + musica)
h.19.00/24.30 Buffet-Pass 5€ Solo per le Donne.

NB: si preferisce la prenotazione chiamando il 349.3134852
Se prenoti un Tavolo Buffet 20€ (1 caraffa di buon vino brulè + Spriz + buffet con frutta ) + 6 Pass Donna

Milk Center via Nichesola 9 – San Michele Extra (VR)


IMPORTANTE: per gli incontri al centro Milk avendo pochi posti è meglio prenotare quindi telefonaremi al 3493134852 (Luigia) e vi riservo un posto.


Venerdì 3 dicembre c' è una serata tutte insieme: SILENT FLOOR

La sera di Sabato, 11 DICEMBRE
[leggi tutto qui]

ore 19:00 : Aperitivo, buffet, musica e tanto divertimento

serata dedicata alle donne con karaoke + video-musica + canzone pazza + buffet + lesbo dance con impianto audio professionale + assistenza per le più stonate da Irene.
E' un evento: feste lesbo con intrattenimento musicale per sole donne dai 18 anni in poi.
La festa dura tutta la sera dalle 19 in poi e sarà fatta di 2 momenti:
dalle 19 alle 21 – Aperitivo con buffet
dalle 21 alle 24 - coinvolgerà le donne con il karaoke e con giochi musicali. Non mancheranno i balli di gruppo!
Avremmo la possibilità di scegliere su oltre 2000 basi musicali: ultimi successi, canzoni romantiche ritmato o comiche, ecc..
Irene che sarà sia cantante che anche animatrice vi accompagnerà nei canti o nella musica dance.
Questa festa prevede l’intervento della nostra cantante Irene con tutta l’attrezzatura necessaria: impianto per karaoke, mixer, amplificatori, diffusori, microfoni, radiomicrofoni e stativi.
Per il funzionamento di tutto l'impianto per la festa è disponibile anche un televisore con presa scart, nella sala più piccola ed inoltre, per visualizzare i testi, abbiamo anche il monitor LCD da 24 pollici e la proiezione sulla parete della sala grande. Irene sarà sul posto un'ora prima dell’orario d’inizio del karaoke per predisporre gli impianti.
Venerdì 17 dicembre importantissima serata donne dal titolo:
IL TESSERAMENTO NON PORTA SFIGA
dalle ore 19:30 all' AperiTiAmo + BUFFET + MUSICA + DIVERTIMENTO
si consiglia di portare qualcosa di viola

Anche la vigilia di Natale la festeggiamo insieme con il brindisi del 24 dicembre!
AVVISO: durante le nostre serate funziona un sistema di offerta libera per le bevande ed il mangiare, offerta che serve a sostenere il centro (pagare l'affitto, le bollette ecc.) quindi vi chiedo di ... essere generosi poichè
NON DARE MAI PER SCONTATO CHE NOI CI SIAMO... NOI ESISTIAMO GRAZIE AL TUO CONTRIBUTO! SEI TU CHE CI SOSTIENI E NOI SIAMO LI' PER TE!
Appuntamento molto importante sarà martedì 07 dicembre con l'ULTIMA CENA preparata dalle suore della perpetua indulgenza.

10/11/10

“ Questione di sguardi”, una sfida rappresentativa di donne guardate dalle donne

COMUNICATO STAMPA CON PREGHIERA DI DIVULGAZIONE E PUBBLICAZIONE
L’ associazione Chimera Arcobaleno- ArciGay Arezzo, con la collaborazione dell’ Arci di Arezzo, organizza il primo concorso fotografico a tema dal titolo “ Questione di sguardi”, una sfida rappresentativa di donne guardate dalle donne. Il Concorso sarà collegato al Progetto "Educare al Rispetto" che verrà svolto dall' Associazione Chimera Arcobaleno con il Comune di Arezzo - Ass. Alle Pari Opportunità.
Il Concorso fotografico “Questione di sguardi” intende costruire uno spazio per le donne in una scena e in una società dominata da sempre dallo sguardo maschile etero diretto.“ E’ una iniziativa nuova e, senza dubbio, innovativa – ha dichiarato il presidente di ArciGay Bruno Tommassini – per la prima volta vogliamo spostare l’attenzione verso le donne. La nostra è una società dove la visione maschile è quella preponderante. Anche nel movimentoomosessuale, rappresentato ad Arezzo dalla nostra associazione, troppo spesso si parla esclusivamente di omosessualità maschile e non di quella femminile. Nulla di più sbagliato.
Con questo concorso,vogliamo, a nostro modo, rilanciare questa importante tematica.” Tutti i cittadini della Provincia di Arezzo, e non solo, potrannopartecipare al concorso in oggetto inviando massimo cinque fotografiepresso la sede aretina dell’ Arci Gay entro e non oltre domenica 5 dicembre.
Tutte le informazioni sul concorso saranno pubblicate nel Regolamentoche è possibile consultare nel sito dell’ Arci di Arezzo(http://www.arciarezzo.it/) oppure nella pagina Facebook dell’Associazione Chimera Arcobaleno.

Dal 12 al 14 novembre 2010 si terrà a Pisa, BOOKOUT – la prima fiera del libro lgbt in Italia (inaugurazione prevista per le ore 11.00)

Care amiche/i/*,
venerdì mattina, alla Stazione Leopolda (Piazza Guerrazzi, Pisa) avrà iniziò l'evento atteso di BOOKOUT – la prima fiera del libro lgbt in Italia (inaugurazione prevista per le ore 11.00). Vogliamo avere il piacere di invitarvi personalmente, sperando che ci raggiungerete numerose. Le socie di Arcilesbica Pisa metteranno a disposizione alcuni “posti letto”, perciò chi vorrà usufruirne per una o due notti potrà contattarci al numero dell'associazione 327/2490790. Saremo inoltre felici di poter festeggiare con voi la chiusura di Bookout, domenica sera, con l'aperitivo organizzato da ZULU EVENTI al COLORS (dalle 19.30 via Mossoti 10, Pisa). Un'occasione di divertimento, ma anche di ritrovo per tutte noi. Non mancate!
Arcilesbica Pisa
http://bookout.it
Dal 12 al 14 novembre 2010 si terrà a Pisa, Bookout, la prima fiera del libro a tema LGBT (lesbico, gay, bisessuale e trans) promossa da Arcigay Pisa con il contributo di CESVOT, il Centro servizi volontariato della Toscana.
Bookout coinvolgerà appassionati di libri, esperti di settore e cittadini e cittadine desiderose di approfondire tematiche relative a omosessualità, lesbismo, transessualità in un evento unico sul panorama nazionale e internazionale per l’ampiezza e l’articolazione dello spazio di dibattito con oltre trenta autori presenti, decine di editori, espositori ed esperti di settore. È la prima volta in Italia che libri, saggi o fumetti che affrontano temi legati all’orientamento sessuale o all’identità di genere conquistano la dignità di un percorso fieristico. Bookout sarà l’occasione, con una carrellata di presentazioni, reading, conferenze, incontri, e mostre con ospiti d'eccezione come, tra i numerosi, Ivan Cotroneo, Matteo B. Bianchi, Delia Vaccarello, Tommaso Cerno, Ivan Scalfarotto, Giampaolo Silvestri e Francesco Gnerre, per un confronto diretto tra lettori e quegli autori che, con le loro opere, hanno allargato lo sguardo ad all’esistenza delle persone lesbiche, gay e trans gender. Bookout consentirà l’approfondimento di tematiche al centro dell’agenda politica internazionale come i diritti di omosessuali, lesbiche e transessuali e la lotta a discriminazione e omofobia, ma metterà in discussione anche le nuove prospettive nel panorama letterario italiano ed internazionale, a partire dall’esperienza di scrittori celebri e autori esordienti. Bookout, che sarà ospitata nella Stazione Leopolda di Pisa, un prestigioso edificio storico, avrà anche uno spazio di esposizione-vendita di opere a tematica lgbt per gli editori. Saranno presenti tra gli altri: Il Saggiatore, Feltrinelli, Mimesis, Cicero, Il Dito e la Luna e Fabio Croce e tanti altri.
Di particolare interesse per il mondo lesbico sono l'appuntamento con "Stop Movie" - presentazione e reading del libro di Cristina Zanetti con Elena Rossi e letture di Angela Soldani; la discussione con Flavia Monceri, che ha scritto "Oltre l'identità sessuale" (Ed. ETS, 2010); la presentazione di Delia Vaccarello; il dibattito con Susanna Scrivo sul fumetto LGBT; la partecipazione di Elena Tebano (documentario "Diversamente Etero") al dibattito sul ruolo dell'editoria nel superamento delle discriminazioni; Paola Guazzo interviene sul tema "Ebraismo ed omosessualità".

03/11/10

Berlusconi è anche il volto ripugnante della ricchezza che pretende di fare diventare legale ogni delitto


Comunicato stampa - ArciLesbica - 2 novembre 2010
Berlusconi: "Sono fatto cosi' da sempre, qualche volta mi capita di guardare in faccia una bella ragazza, ma e' meglio essere appassionato di belle ragazze che gay" è quanto ha dichiarato oggi il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante il suo intervento al salone delle moto di Milano. Dopo un attimo di gelo la platea ha applaudito alla battuta scherzosa.
"Berlusconi è drogato di viagra, un avanzo del maschio di prima del femminismo, un vecchio porcaccione di quelli che riempivano i bar di una volta; mi rammarico che esistano donne che per soldi sopportano il ribrezzo di fare orge con lui e suoi decrepiti complici. Berlusconi è anche il volto ripugnante della ricchezza che pretende di fare diventare legale ogni delitto, comprando donne, magistrati, politica e ricattando quelli che non ci stanno. I gay e le lesbiche di questo Paese rappresentano la moralità contro l'ipocrisia di chi fa i Family Day per compiacere preti spesso pedofili. E' ora di liberare l'Italia e riprestinare legalità e laicità, non aspettiamo un minuto di più" dichiara Cristina Gramolini della Segreteria Nazionale di ArciLesbica.

Ufficio Stampa ArciLesbica Nazionale
e-mail: ufficiostampa@arcilesbica.it

Mobile: 327.324.31.01 http://www.arcilesbica.it/

23/10/10

AREZZO: «SIAMO UNA COPPIA DI DONNE GAY E AVREMO UN FIGLIO DA GABRIELE»

Gabriele Viti, disabile che vive a Cortona dove è stato assessore comunale alla cultura, offrì il proprio seme «a tutte le coppie lesbiche che non possono andare all'estero per avere un figlio»
di la Nazione

Sembrava una provocazione senza conseguenze. Un appello destinato a cadere nel vuoto. Ma Gabriele Viti, disabile che vive a Cortona dove è stato assessore comunale alla cultura, faceva sul serio quando parlò della sua volontà di offrire il proprio seme «a tutte le coppie lesbiche che non possono andare all'estero per avere un figlio». A quattro mesi dalla pubblicazione di quell'annuncio sul sito www.vogliamounfiglio.org, qualcuno gli ha risposto. Una coppia di donne, Valeria e Diana (nomi di fantasia per tutelarne la privacy ndr), che stanno insieme da tre anni e hanno un sogno: diventare madri.
Non attraverso la procreazione medicalmente assistita per i limiti imposti in Italia, dalla Legge 40, né con un viaggio della speranza verso centri specializzati europei. Ma semplicemente, secondo natura. Per avere un figlio, non a tutti i costi, ma a costo zero. Valeria e Diana scelgono di rendere pubblica la loro storia. State cercando di avere un figlio «Non lo è, perché un figlio è la cosa più grande e più bella che ci possa essere nella vita di ognuno e quindi speriamo che questo bambino possa venire alla luce prima o poi».
State insieme da di tre anni, quando è nato dentro di voi il desiderio di un figlio e come siete arrivate a Gabriele? «Il desiderio è stato sempre dentro di noi, purtroppo in Italia la legge vieta alle coppie dello stesso sesso l'accesso alla procreazione medicalmente assistita. Ecco perché quando abbiamo letto dell'appello di Gabriele Viti, gli abbiamo scritto una mail e per fortuna ci ha risposto». Avete mai avuto dubbi sul percorso intrapreso? «Sì, qualche volta sì. E' un percorso difficile e quello che ci sta intorno influisce sullo stato d'animo che abbiamo nel portarlo avanti». La disabilità di Gabriele vi ha mai creato problemi? «Nessun pregiudizio, non abbiamo pensato alla disabilità di Gabriele come un handicap o un fattore di rischio per il figlio che speriamo arrivi. Gabriele è sano e non è diverso dagli altri».
Avete mai preso in considerazione con Gabriele l'ipotesi di una sua presenza, seppur limitata, nella vita del bambino? «Ne abbiamo parlato diverse volte. E' una soluzione che valuteremo quando poi sarà il momento». Vi spaventa l'idea che un figlio possa voler sapere chi è il padre? E in quel caso glielo direste? «Abbiamo le spalle larghe e sapremo dargli le giuste indicazioni e tutto l'amore che serve ad un bambino,. Dirgli di Gabriele? Non sappiamo. Forse quando sarà grande, oltre la maggiore età, riaffronteremo l'argomento, valuteremo questa opportunità». Molte coppie di donne, per avere un figlio hanno scelto di andare all'estero. Perché voi no? «Non abbiamo preso in considerazione l'ipotesi di andare all'estero, anche se ci siamo molto documentate al riguardo, perché è una strada lunga e i costi per noi sono proibitivi. Siamo state più fortunate di altri perché grazie alla generosità di Gabriele, non abbiamo dovuto rinunciare al nostro desiderio di maternità e stiamo provando a realizzare il nostro sogno».

14/10/10

Il farmaco è maschio, lei rischia effetti diversi

Le medicine sono quasi sempre a misura di uomo, perché testati soprattutto su maschi. La "discriminazione" inizia già in fase preclinica dei test, cioé quando si sperimenta la molecola sulle cavie, quasi sempre di sesso maschile.
E i risultati si vedono: le donne hanno quasi il doppio di eventi avversi da farmaci rispetto ai maschi, e spesso si tratta di eventi avversi più gravi. E' quanto riferito da Flavia Franconi, docente del Dipartimento di Scienze del Farmaco all'Università di Sassari, intervenuta a Parigi al meeting Gender, Science e technology, indetto dall'Onu e dall'Unesco per discutere il problema delle tante 'discriminazioni' di genere nascoste nella vita quotidiana e delle loro ricadute sulla salute della donna.
"Il problema dei test sui farmaci è di lunga data, spiega Franconi: il fatto è che le cavie femmine sono più 'scomode' da usare perché avendo il ciclo estrale obbligano ad inserire più variabili nell'esperimento. Inoltre, anche quando usate, le cavie femmine sono prese troppo giovani, quando cioé non hanno mai avuto una gravidanza; ma questo, sottolinea Franconi, cambia tutto perché i farmaci, mediamente, sono prescritti soprattutto a donne adulte che hanno già avuto figli e la "tempesta ormonale" che si verifica in seguito a una gravidanza modifica molto l'organismo femminile e la sua risposta ai farmaci".
Anche nelle sperimentazioni cliniche non va meglio, anche se un parziale miglioramento c'é stato: tra i volontari arruolati in fase I e II solo il 30% è donna; per l'ultima fase sperimentale, fase III, siamo giunti oggi quasi a un pareggio uomo/donna tra i volontari, tranne che per alcuni farmaci come i cardiovascolari.
"La più dimenticata resta la donna anziana - spiega Franconi - soprattutto se assume terapie ormonali che possono interferire con altri farmaci". E poi anche la donna fertile che prende anticoncezionali (il 30% delle donne usa la pillola): i farmaci in commercio per varie indicazioni non sono testati studiando eventuali interazioni con l'anticoncezionale che, invece, influisce sul metabolismo di altre medicine.
Non a caso la donna va incontro a quasi il doppio degli effetti avversi da farmaci rispetto all'uomo, e si tratta di eventi in media più gravi. E poi c'é il problema delle dosi di farmaco, studiate su un uomo di 70 chili, ma la donna pesa anche molto meno. E addirittura già in età pediatrica gli effetti di un farmaco differiscono per sesso.
Il problema è che il corpo maschile metabolizza i farmaci in modo diverso da quello femminile e si suppone che in alcuni casi il farmaco abbia addirittura un meccanismo d'azione diverso nei due sessi. Le donne prendono in media più farmaci rispetto agli uomini, conclude Franconi, è il 'paradosso donna', che vive più a lungo ma si ammala di più. Quindi è bene che non ci siano disparità di sesso ed età nelle sperimentazioni.

Redazione Tiscali

01/08/10

SI SUICIDA IN SVIZZERA LA TRADUTTRICE DI PAVESE E LEVI

Michèle Causse, leader francese del lesbismo radicale, si è tolta la vita in una clinica dell'associazione «Dignitas» nel giorno del compleanno
di il Corriere della Sera
Cecilia Zecchinelli

PARIGI - «Non sono omosessuale, non sono femminista, sono una lesbica radicale», si presentava. E radicale lo era su tutto Michèle Causse. Al punto di scegliere come, dove e quando morire. Grazie all'associazione svizzera di aiuto al suicidio «Dignitas» a cui ricorrono sempre più stranieri. Nella clinica di Zurigo dell'organizzazione. Il 29 luglio 2010, ovvero nel giorno del suo 74esimo compleanno.
L'annuncio è stato dato da Dignitas e confermato a Parigi dal Coordinamento francese lesbiche senza fornire spiegazioni sui motivi della scelta di Michèle: le sue ceneri, ha solo precisato quest'ultimo, saranno disperse nel cimitero di Montvalent, non lontano dal villaggio natale nel Sud della Francia dove la Causse era tornata dopo una vita passata in molti Paesi a combattere per la causa lesbica, a scrivere, a tradurre.

Laureata in traduzione alla Sorbona, aveva insegnato per un periodo in Tunisia, poi vissuto dieci anni a Roma, studiando tra l'altro il cinese e conoscendo in profondità il cinema e la letteratura italiani. E quindi era stata in Martinica, a New York e in Florida, poi in Canada. Perfezionando le lingue straniere, insegnando in molte università, lavorando come consulente per vari governi e per l'Unesco. Diventando intanto un'apprezzata traduttrice di autori ormai classici. I nostri Cesare Pavese e Primo Levi, ma anche Ignazio Silone, Natalia Ginzburg, Dacia Maraini. Aveva tradotto in francese sceneggiature di Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti, oltre ad alcuni testi minori, o perlomeno di nicchia, di militanti come lei. E tra gli stranieri altri grandi nomi: Herman Melville, Gertrude Stein, Ti-Grace Atkinson, Djuna Barnes, Jane Bowles, Willa Cather, Mary Daly, Alice Munro.

Sul suo sito, in cui da ieri si legge che Michèle «è nata nel 1936 e ha scelto di de-nascere nel 2010» (un passo simile a quello compiuto due anni fa da un altro scrittore, il belga Hugo Claus), si può seguire il complesso e ricco percorso di questa donna intelligente e curiosa di tutto e autrice di saggi, romanzi, poesie. Ma che comunque, al primo posto, metteva la sua militanza, assolutamente e fino all'ultimo radicale. Nei suoi numerosi libri, articoli e interventi sul lesbismo aveva infatti attaccato non solo l'eterosessualità («... finché una donna vuole piacere a un uomo è inautentica, non ha l'integrità, l'incorruttibilità che deriva dal non voler piacere»), ma criticato duramente anche il femminismo, il movimento gay e perfino quello lesbico dei primi anni 80, tutti macchiati a suo dire di residui di «patriarcalismo». E il suo radicalismo le aveva causato non pochi nemici perfino nel mondo omosessuale. Sui siti francesi gay e lesbiche, ieri sera, si leggevano cordoglio e rimpianto ma anche prese di distanza da posizioni ritenute da molti solo un inutile motivo di divisioni interne.

«Ma quello che ho fatto importa infinitamente meno di quello che non ho fatto, e lo stesso vale per quello che non mi è successo", ha lasciato scritto Michèle Causse, quasi anticipando le reazioni alla sua decisione di andarsene . "Perché parlare di me? Che mi si legga piuttosto. Per smentire il mio epitaffio: Né letta, né approvata».

31/07/10

Finalmente trovata la cura per il lesbismo! E non solo…

(da Curare l'omosessualità, Lesbismo)
Non solo sarà possibile curare il lesbismo, ma addirittura prevenirlo. E’ quello che ha affermato l’endocrinologa pediatrica Maria New, dopo aver utilizzato per anni una sostanza chiamata dexamethasone.
In realtà è già dal febbraio 2008 che lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista Archives for Sexual Behavior, ma solo qualche settimana fa alcuni siti hanno fatto rimbalzare la notizia. Utilizzato prevalentemente nei casi di iperplasia congenita adrenale (CAH) pare che possa avere una notevole influenza sull’orientamento sessuale omo e bi dei feti di sesso femminile con CAH.
L’assunzione durante la gravidanza di questa sostanza impedirebbe anche lo sviluppo di comportamenti poco “eterosessuali” tipici in situazioni di CAH: basso desiderio di sposarsi e scarso interesse nel giocare con le bambole (“a mamma e figlia”), nel prendersi cura dei neonati, nel sognare ad occhi aperti o fantasticare sulla gravidanza e la maternità. Tutte cose che è risaputo non appartengono alle lesbiche, ma solo alle donne eterosessuali .
Ora, al di là delle possibili implicazioni dell’idea del “gene gay”, è semplicemente assurdo pensare, a mio avviso, che la medicina possa o debba intervenire sull’orientamento sessuale di qualcun*, così come assurdo sarebbe ipotizzare una medicina per la stupidità o l’arroganza.

E tu che ne pensi?

09/07/10

MIA FIGLIA æ LESBICA

Quando Enzo Concia, cattolico e antifascista, festeggiò gli ottant’anni, sua figlia Paola arrivò ad Avezzano con Ricarda, la fidanzata tedesca. Lui vedeva la nuova parente per la prima volta e la salutò con gentilezza, ma appena l’ospite stappò la bottiglia di Riesling portata in dono da Francoforte, il signor Concia dichiarò con voce stentorea che il vino tedesco non gli piaceva: «Voi ci avete invasi e io non lo dimentico». Ricarda sorridendo fece un brindisi alla guerra che era finita e anche Enzo Concia bevve il suo bicchiere.
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Paola Concia (deputata del Partito democratico), Imma Battaglia (manager e attivista diritti civili), Titti De Simone (ex parlamentare di Rifondazione comunista) sono tra le pochissime lesbiche dichiarate presenti sulla scena pubblica italiana e sono tutte impegnate nella battaglia per i diritti delle persone Glbt (gay, lesbiche, bisessuali, transessuali). In Germania, Anne Will, la più nota anchorwoman della tv pubblica, ha annunciato in diretta la relazione con una collega. In Islanda, Johanna Sigurdardottir è la prima donna a guidare un esecutivo e anche il primo capo di governo al mondo apertamente omosessuale. A Los Angeles, la star dell’intrattenimento televisivo, Ellen De Generes e l’attrice Portia De Rossi sono state fotografate felici al loro matrimonio, il gossip adora i tormenti d’amore tra la cantante Lindsay Lohan, ex regina delle commedie Disney, e la fidanzata Samantha Ronson. In Italia non ci sono personaggi femminili popolari della tv, del cinema, dello sport, dei media, che abbiano mai detto apertamente di amare le donne.
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Ogni pettegolezzo è duramente smentito (Leonia del Grande Fratello 9 giura vendetta legale) oppure sopito con vaghe dichiarazioni di bisessualità, talvolta di castità. «Invece la visibilità è tutto e deve essere forte, continuativa, positiva», dice Claudia, 26 anni, neolaureata in architettura, romana, impegnata in DiGay Project, l’associazione per i diritti glbt fondata da Imma Battaglia. L’assenza di volti, corpi, nomi ed esperienze di lesbiche sulla scena pubblica non aiuta ragazze e famiglie a venir fuori e riduce all’osso un immaginario collettivo che le vuole mascoline, interessate a sport faticosi, scorbutiche con gli uomini, magari bruttine. Uno stereotipo comodo che nega e falsifica le vite di un milione di donne almeno.
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Le lesbiche sono belle, simpatiche, cicciottelle, noiose, bionde, magre, ironiche, eleganti, infermiere, avvocate, precarie, dirigenti, amano le All Stars e i tacchi, hanno la cellulite oppure no, certune sono mascoline e/o muscolose, non c’è una uguale, esattamente come tutte le altre donne. Spesso però i genitori non lo sanno. «Io non avevo mai visto una donna omosessuale in vita mia prima che sapessi di mia figlia», dice Marisa, 64 anni, mamma attiva in Agedo (Associazione genitori di persone omosessuali).
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Dieci anni fa, quando trovò la lettera galeotta, la signora non riusciva a pronunciare la parola lesbica: «Ci sentivo dentro il carico dispregiativo. Preferivo gay che era breve e svelto». Per Marisa le lesbiche erano “maschietti mancati” ma andò con la figlia in discoteca e vide «che erano belle e femminili». Portò pure la ragazza dalla psicologa, ma capì che era lei a dover cambiare, si rivolse all’Agedo dove fu sostenuta e da tempo ormai aiuta le madri di altre ragazze lesbiche. Della sua esperienza Marisa dice: «Sono una persona chiusa e timida, ma per stare accanto a mia figlia sono uscita dal guscio e mi ha fatto un gran bene». «Dove ho sbagliato? Le ho regalato poche Barbie?», si chiedeva Gianfranca (Lecce), quando scoprì che la figlia amava una ragazza.
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La sua bambina, però, aveva diviso i giochi con la sorella gemella e già nell’adolescenza una era omosessuale, l’altra etero. Dopo anni di dolori, pianti, litigi, Gianfranca e il marito Giacinto sono sereni, ma per lungo tempo il padre considerava «un capriccio» che «volesse farlo sapere a tutti», nonna compresa. Alla fine si è fatto la sua ragione: «Anna sa che stiamo con lei e si sente protetta per affrontare il resto del mondo».

Margherita Graglia dirige a Reggio Emilia l’unico consultorio pubblico sull’orientamento sessuale aperto a genitori e figli. Con la ricerca Modi di, la più grande mai condotta sulla salute delle persone Glbt e in dieci anni di lavoro ha constatato «che le ragazze fanno coming out in famiglia un po’ più dei maschi, i padri hanno spesso una reazione pacata, ma le madri sono le prime a saperlo e ad avviare un dialogo. In uguale misura, i genitori temono che le loro figlie siano discriminate, aggredite, maltrattate e fanno i conti con l’equivoco di pensare che non saranno mai nonni». Sostiene Graglia che «in media, le ragazze riconoscono la propria omosessualità e la dichiarano in famiglia un po’ più tardi rispetto ai maschi». Avvantaggiate da un pregiudizio sociale meno violento, in apparenza, verso l’omosessualità femminile, ma alla lunga, secondo la psicologa, una superficiale tolleranza «finisce per privarle di un’identità anche pubblica forte e sessuata».
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Le lesbiche, in realtà, sono ampiamente organizzate sul territorio e in Rete. Esistono chat, associazioni, forum, luoghi di confronto in cui si scambiano storie familiari drammatiche (la maggioranza) e serene (poche, incoraggianti, da far conoscere), ci sono discussioni su diritti, sesso, pornografia, razzismi, musica, moda e gossip come in qualsiasi altro luogo di ritrovo tra ragazze, virtuale e non. La libertà in Internet però non è la stessa che si ritrova nelle relazioni della vita reale quotidiana dentro e fuori la famiglia. La cifra emotiva prevalente del coming out è (ancora) il dramma, il pianto, i sensi di colpa, la vergogna e «l’incapacità di accettare e accogliere la totale esperienza dei figli così diversa dalla propria», dice Maurizio Palomba, fondatore dell’Istituto Gaycounseling.
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Forse la chiave è arrendersi, apprezzare la capacità di amore e di cura che le figlie hanno con la loro compagna, non pretendere che tutto tra genitori e prole possa essere reciprocamente spiegato e approvato. La mamma di Imma Battaglia ha 80 anni e ha tirato su quattro figli con la disciplina di un soldato. Alla signora Luisa non è mai piaciuto che sua figlia fosse lesbica e tanto meno che guidasse il Gay Pride nell’anno del Giubileo (2000), ma quando le si chiede di Imma, dice così: «È figlia mia e la difenderò per sempre, l’ho partorita io e sono guai per chi me la tocca».

di Alessandra Di Pietro
Fonte: Gioia

14/05/10

Fate coming out e proverete una grande gioia

06/05/2010 - Matteo Ricci
Presidente di Arcigay Sicilia, rifondatrice della rete nazionale politiche di genere in Associazione, testimonial della campagna 2010 per la Giornata Mondiale contro l’omofobia del 17 maggio, animatrice della vita lgbt siracusana, compagna di Angela da 27 anni, testarda e verace, ma soprattutto una grande donna che da tempo combatte per i diritti delle persone. Le abbiamo rivolto 10 domande per conoscerla meglio.

1) Agata, Angela e Romeo (il vostro cagnolino)… com’è la tua vita familiare nel profondo Sud di Siracusa? Raccontaci la vostra giornata-tipo.
Come potrebbe essere in qualsiasi parte del mondo. Noi ci alziamo insieme tutti e tre, se ci sono clienti al B&B Casa Gaya, ahime!, presto, e prepariamo le colazioni; se non ci sono clienti, tardissimo perché siamo dei dormiglioni. Pranzo veloce che spesso coincide con la colazione e poi email, siti, facebook, la nostra vita on-line, mentre sistemiamo casa. A seguire incontri di Arcigay o buddisti. Se non ci sono riunioni, cosa rara, ci sono incontri, preparazione di iniziative; squilla il campanello e c’è un compagno in crisi o il telefono che impazza. La sera amiamo stare sia a casa che uscire. Andiamo a letto tardi, leggiamo o guardiamo la TV di notte e Romeo segue i nostri ritmi.

2) Assieme alla tua compagna Angela, presidente di Arcigay Siracusa, con cui stai insieme da 27 anni, hai prestato il tuo volto per la campagna Arcigay contro l’omofobia del 17 maggio 2010 (e di cui non anticipiamo altro!). Come possiamo combattere questa malattia sociale?
È veramente un problema molto grave. Io credo che dovremmo partire da subito con campagne di sensibilizzazione nelle scuole e presso le famiglie. Un adolescente omofobo è già un grave problema e onde evitare che domani sia una testa di cazzo bisogna immediatamente intervenire per correggere questa ”patologia”. E ancora insistere per una legge contro l’omofobia, così come negli anni passati hanno fatto le donne per ottenere la legge contro la violenza sessuale.

3) Parlaci della vita lgbt della tua città, che ha visto negli anni tanti giovani costruire percorsi ed iniziative sotto la tua ala protettiva.
Direi che ha visto crescere la coscienza di alcuni che hanno fatto coming-out, specialmente i giovani. Siracusa è una città dove prevale il concetto “vivi e lascia vivere”. Arcigay ha avuto un grande ruolo innovativo negli anni passati. Oggi continua il suo percorso culturale e politico. Ma sono nati altri gruppi e si moltiplicano i locali gay friendly.
4) Sei stata appena eletta presidente del coordinamento regionale Arcigay Sicilia. Cosa intendi fare per la tua regione?
L’ho detto al primo direttivo regionale: costruire una lobby, avvicinare all’associazione persone di diverso orientamento sessuale che vivono nell’ombra, ma sono socialmente potenti; dialogare con le istituzioni, con i gruppi imprenditoriali, promuovere i territori e far nascere altri due circoli Caltanisseta/Enna e Trapani. Aumentare la popolazione visibile lgbt. Dare spazio ai giovani che sono la futura classe dirigente.
5) E in consiglio nazionale Arcigay sei stata eletta come rappresentante di un pacchetto di persone che hanno dato un contributo importante al movimento. Cosa è cambiato nel 2010 rispetto a quando hai iniziato ad essere attivista tu?

Tutto. Quando ero appena ventenne cercavo le persone come me e un giorno mi capitò per le mani, scovato in una libreria alternativa, il magico FUORI: fu l’inizio. Capii che non ero sola. E comunicai ai miei genitori, che non si stupivano di nulla, che amavo le donne. Oggi invece c’è un bombardamento di film, libri, fiction, reality, locali, gruppi.
6) Da poco, con energia, hai promosso la rinascita della Rete Politiche di Genere (ex Rete Donne) in Associazione. Perché la visibilità lesbica è sempre più indietro rispetto a quella gay?
La nostra Associazione è stata per anni una Associazione dove è prevalso il maschile, oggi le donne si avvicinano, entrano più numerose nei circoli, ma sempre in minoranza. Il mio percorso femminista mi ha fatto capire le ragioni del mio stare in Arcigay. Oggi più che mai sono convinta che le Politiche di Genere sono la nuova frontiera delle nostre lotte.
7) Perché militi in Arcigay e non in ArciLesbica?
Amo profondamente Arcigay, ho interiorizzato la mia appartenenza a questa Associazione, la ritengo completa per condurre le lotte che oggi conduce. Quando scelsi di restare in Arcigay avevo maturato che i tempi del separatismo erano finiti.
8) Cosa vuoi dire a Maura Chiulli, Daniela Tomasino e Rebecca Zini, tre donne più giovani di te che fanno parte della segreteria nazionale Arcigay?
Di essere come sono, di non perdere la loro identità, di mantenere la loro integrità, di fare la voce grossa quando serve. Anche se so che con un presidente come Paolo Patanè hanno tutte le garanzie.
9) E invece che messaggio daresti ad una giovanissima lesbica che ha paura di fare coming out?
Che è meglio che lo dica lei, così non sarà ricattabile da nessuno e nel momento che lo dirà proverà una grande gioia e una grande liberazione.
10) Credi che il nostro Paese potrà finalmente agire quel cambiamento che è avvenuto in tutto il resto d’Europa?
No, almeno negli anni della mia vita. Il nostro è un Paese arretrato e bigotto, perbenista e amorale. Sa fare bene solo spettacoli.

CONTATTi:
barbiaga@libero.it
sicilia@arcigay.it
Scarica qui sotto il manifesto con Agata e Angela, che fa parte della nuova campagna contro l'omofobia, proposta da Arcigay assieme ad altre 10 associazioni, in occasione del 17 maggio, Giornata Mondiale contro l'omofobia 2010
Download:
Agata_Angela_17maggio2010_manifesto.jpg

27/01/10

Trans sull'orlo di una crisi di nervi

Lucretia Serthra, scrittrice transgender, racconta nel suo libro "L'inconsapevole... e silente potere delle donne" perché la nostra società è condizionata dal sesso debole. E spiega per quali ragioni gli uomini vanno a trans.
A distanza di alcuni mesi dallo scandalo Marrazzo l'argomento trans è ancora attuale. E quando in redazione Lucretia Serthra, torinese, grafica pubblicitaria e scrittrice transgender, ci scrive per chiederci se siamo interessati al suo libro dal titolo "L'inconsapevole... e silente potere delle donne", la chiamiamo subito. Del libro abbiamo letto soltanto la prefazione, ma le proponiamo un'intervista telefonica sul perché gli uomini vanno a trans e lei accetta. Un primo tentativo di chiamata va a vuoto. «Pronto, c'è Lucretia?». «No - rispondono dall'altra parte -, qui non c'è nessuna Lucretia, io sono Maria». Eppure il numero di telefono inviatoci via e-mail è corretto, così ci riproviamo. Risponde la stessa signora di prima, che però stavolta ci passa il figlio. «Lucretia sono io». Potrebbe essere la scena di un film di Pedro Almodovar prima maniera, Lucretia attacca subito a spiegare che il suo libro, pubblicato da Lulu.com, è un saggio volutamente complesso «perché se avessi voluto usare un linguaggio più semplice sarei stata meno precisa e così sono riuscita a concentrare in 72 pagine quello che probabilmente avrebbe richiesto un tomo di 400». Una realtà sicuramente difficile quella dell'essere transgender che non può essere compresa, spiega Lucretia, soltanto pretendendo di «farsi chiamare al femminile. Questa è una barzelletta» dice, lanciando una frecciata a Vladimir Luxuria, la cui immagine televisiva, secondo la scrittrice non corrisponde a come sono i transessuali e le persone transgender nella realtà.
Bene Lucretia, prima di parlare del libro, le nostre lettrici ci hanno scritto in tante per sapere cosa vogliono i loro mariti dai trans. Lei ha una risposta?
Nel merito posso dire la mia, per il fatto di avere fatto un percorso anch'io, soprattutto di privé. Ho fatto un paio di sfilate anche per divertimento e in privato. Ho fatto anche una sfilata al Nautilus di Milano che è un locale molto conosciuto. C'è da dire che mano a mano che fai conoscenze, incontri di tutto, anche nei privé. Bisogna cercare di fare una specie di sinossi: intanto non è fresco il fenomeno socioculturale, è antico. Partiamo da adesso però: quello degli uomini sposati che vanno a trans è un fenomeno sommerso e di questo aspetto non parla nessuno, nemmeno le trans stesse. Un po' ha origine dall'omosessualità latente e un po' esiste perché c'è nel travestito e nel trans questa dualità che attrae. Quando si va a cercare il travestito non è come andare a omosessuali. In questo caso quando ti trovi davanti un trans, sai che è un travestito, ma la tua coscienza è eccitata da una parte e giustificata dall'altra. Vedi una femmina, però sai che è un uomo, ma quello che vedi ti dice che è una donna. Psicologicamente la parte maschile si salva, rimane la fibrillazione e nel contempo la parte psicologica si sente giustificata. Questa è la molla, associamo questo al matrimonio e succede di tutto, c'è l'uomo insospettabile che viaggia con le mutandine da donna sotto, per esempio.
Chi è il cliente tipo delle transessuali o delle transgender?
Io ho avuto esperienze con professionisti e c'è di tutto, dall'avvocato al manager, al vicecomandante dei carabinieri che abita a 500 metri da qui, questa è la realtà.
Quanto è difficile essere trans?
C'è da dire che dalla parte del transgender, a certi livelli basta indossare un orecchino per perdere il lavoro. D'altra parte se l'operaio viene allontanato perché fa la transgender in un locale, ha perso un lavoro da 1000 euro al mese e non succede quasi niente, ma se questo accade ad altri livelli come nel caso di Marrazzo, la posta in gioco è molto alta e quindi succedono cose che sono molto più gravi.
È soltanto una questione di sesso nei rapporti con i trans?
No, l'aspetto psicologico conta moltissimo.
Quanto l'argomento è tabù tra gli uomini e nel rapporto tra gli uomini e le loro mogli?
Tutto questo viene avvolto da fattori fisici e psicologici. Se vedessi il trans non vestito da donna non scatterebbe la stessa molla. Non so dire se a scatenare questa pulsione ci sia un meccanismo genetico o meno. Quando scatta questa molla (perché vanno a trans gli uomini?) chi va nel privé magari ha coraggio e ne parla con la propria partner (ma neanche sempre). Ma secondo te, quanti ce ne sono che hanno il coraggio di manifestare alla propria partner queste pulsioni in una coppia normale? Sono casi rarissimi. Se sei all'inizio di un rapporto, non glielo dici perché c'è in ballo il fatto di scoprirsi. Se hai un rapporto avviato, peggio ancora. Ci sono troppe cose in gioco e non c'è la cultura per capirlo. Si preferisce non rischiare niente non confessandolo, non c'è nessuno che osa tanto. Preferiscono fare questo nella totale clandestinità. Da una parte aumenta la trasgressione, dall'altra preferiscono comunque restare clandestini.
Nel suo libro "L'inconsapevole... e silente potere delle donne", il cui primo capitolo è scaricabile gratuitamente in anteprima sul sito dell'editore Lulu.com, si parla del marketing legato all'abbigliamento femminile. Cosa c'entra questo con il mondo dei trans?
Gli oggetti femminili sono femminili solo per convenzione. È in dubbio che indossati da trans creino attrazione maggiore. Non esiste pensare che stiano meglio a una donna. Quindi la donna non si rende conto di essere lei stessa il problema, perché è troppo coinvolta in quest'aspetto. È lei che deve prima mettersi a nudo e partire dall'equanimità di genere.
In che senso?
Non essendo consapevole di tutto questo, non riesce a partecipare. Ci sono tante transessuali, io stessa ci stavo cascando, che arrivano a pensare che facendo l'operazione di cambio di sesso, poi sei accettata dalla società. Pensaci, fotografa e pensa: ma è un successo questo? Assolutamente no, questa è una grande sconfitta. Un conto è se fosse una scelta, ma in tantissimi casi cambiare sesso chirurgicamente non è una scelta, si arriva a rischiare la propria vita per accontentare gli altri.
Lei scrive che le donne hanno maggiore libertà di essere e apparire. Perché tale libertà sarebbe negata agli uomini? Perché di fatto è così. Non c'è questa libertà. I guru della moda lo sanno. Ciò che si spende nella moda, la maggior parte dei danari è investita sulle donne. Perché sanno che comunque tutto ciò che il loro estro può immaginare lo venderanno.
In quanto transgender, si vede in concorrenza con le donne? Assolutamente no, sono le mie migliori amiche.
"L'inconsapevole... e silente potere delle donne" sta in quello che loro indossano?Non solo in quello. Quello va a creare tutta una serie di problemi che includono l'omofobia. Non si eliminerà mai l'omofobia se non c'è alla base un'educazione civica a partire dall'asilo, ma vallo a spiegare alla Gelmini.

Lei si sente bene nello status di transgender?
Ho trovato il mio equilibro, non so dire qual è la cellula che provoca in me tutto questo. Una cosa la posso dire: quando trovi il tuo equilibrio dopo averlo contrastato per anni, riesci ad accettarlo. Sono come devo essere e però prima non lo sapevo. Ci possono essere motivazioni psicologiche ma anche biologiche o genetiche e qui la scienza brancola nel buio. Io ho trovato quest'equilibrio e non è che mi sforzi. Non sono così eclatante come Luxuria, io sono una persona transgender per convenzione, consapevole di quello che sono biologicamente, però non potendolo contrastare con la scienza, quindi riportare il normale equilibrio organico viscerale, e ho fatto una scelta. Ci ho messo del mio e sono felice, mi dicono anche che sembro più giovane. Ho trovato un mio equilibrio in un giusto compromesso sociale. Certo non posso spiegarlo a tutti quelli che incontro, ma sono molto apprezzata per quello che sono. Anche se è difficile perché ti devi sapere imporre.

Come si comportano gli uomini con i trans? Verso la trans o la trav (che poi trans non è) gli uomini - visto che sono un po' inibiti da questo ermetismo delle donne - si sentono più liberi di fare una battuta e di allungare la mano o di fare uno sguardo malizioso. Perché viene associato il trans alla prostituzione. Tante lo fanno per comodità perché si guadagna bene, anche se i rischi ci sono, eccome. Tante non hanno alternative.

Si parla di sesso nel tuo libro? L'omosessualità in genere nasce da tante cose, così come l'esperienza omosessuale attiva o passiva. Quando ci si avvicina a un transessuale non si ha l'idea di come fare, ma piano piano, dalle prime esperienze lo si capisce. Nella maggior parte dei casi il marito con la moglie non ha mai giocato a praticare sesso anale e, pur avendo avuto magari qualche stimolo qua e là, visto che l'apparato genitale continua con il suo fascio di nervi sia nell'uomo che nelle donne parallelamente al canale anale. Si tratta di una zona erogena e se tocchi, comunque con la fantasia cominci ad "andare". Però per molti è una cosa nuova. Cosa accade quindi? Che questi fasci sono leggermente meno sensibili dall'interno e quindi è un po' difficile stimolarli, ma questo è un vantaggio perché l'orgasmo può durare di più. Qual è l'uomo che chiede alla compagna una cosa del genere? Nessun uomo osa, e c'è anche la paura di chiederlo a trav e prostitute. Una delle pratiche iniziali e propedeutiche è lo strap-on. Un pene fatto di vari materiali con tanto di testicoli, indossato alla vita. Molti uomini ci chiedono di indossarlo perché così iniziano a fare queste esperienze e ad avere una specie di transfert identitario che avvicina all'esperienza con i trans. Questo è uno di quegli aspetti che è difficile chiedere alla propria donna. Questa esperienza omosessuale a cui la donna potrebbe essere partecipe, in una coppia andrebbe però a violare preconcetti e condizionamenti che ci coinvolgono giorno dopo giorno a idealizzare il virilismo. Per non parlare della pratica Bdsm o Fendom che è molto richiesta.

Quindi cosa deve fare una donna con il proprio uomo?
La
donna manca di questa comunicazione. Se non ci si coinvolge reciprocamente, se non ci si svela determinate cose, la donna "normale" si rifiuta e pensa subito all'omosessualità. Questi ragionamenti violano tutti i principi. E la donna non lo capisce.

Un'ultima domanda: Lucretia Serthra è uno pseudonimo?Lucretia è il mio nome. Gianni è il nome con cui sono nato, che però anche pronunciandolo non mi sembra il mio nome. Tutti mi conoscono come Lucretia, anche la panettiera. Ma per mia madre che ha 80 anni sono sempre suo figlio.
Daniele Passanante