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10/09/09

Lip Service, ecco L Word inglese

‘The L Word’ diventa un reality
(02/09/2009) ‘The L Word’ torna sugli schermi, ma come reality show: ecco la nuova idea della produttrice Ilene Chaiken.
Leisha Hailey
L’amata e venerata produttrice di The L Word, Ilene Chaiken, colei che ci ha permesso di sognare ( e un po’ sbavare) incollate ai televisori, ha deciso che dobbiamo tornare a farlo. Dopo un primo tentativo non riuscito di creare uno spin-off della serie incentrato su Alice (Leisha Hailey), questa volta si è inventata un reality ispirato alla serie. Il nuovo programma si chiamerà The Real L Word: Los Angeles; seguirà da vicino le vicende di sei lesbiche e vuole essere la risposta gay al reality Real Housewives. Sarà capace di sfamare la nostra sete vouyerista? E chissà che poi non saltino fuori un The Real L Word
New York, Londra, Milano…?!
Fonte: Movieplayer

(01/09/2009) Nuovo telefilm lesbico: Lip Service, sei stagioni di emozioni e uno spaccato di vita lesbo realistico, in tutta risposta alle paladine statunitensi di L Word. Arriva direttamente dall’Inghilterra il nuovo telefilm lesbo “Lip Service”, divertente, irriverente, ma soprattutto con i piedi per terra e aderente alla realtà. Questo è quello che si è prefissata la creatrice Harriet Braun quando la BBC3 le ha commissionato con orgoglio la sceneggiatura della serie. Per quanto tutte noi abbiamo amato L Word, sappiamo quanto a volte le protagoniste siano distanti dalla nostra realtà (chi non le ha invidiate almeno una volta!?). Ecco allora che questa nuova serie, liberamente tratta dall’esperienza diretta della Braun e delle sue amiche, sarà incentrata su un gruppo di ventenni di Glasgow alle prese col brutto tempo, con le realtà dei locali e con il turbinio di emozioni represse che vi circolano e che si vivono. Insomma, vedremo davvero cosa significa essere una giovane lesbica inglese.
Fonte: pinknews

08/09/09

Roma in bianco: Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne


08/09/2009

Roma, 8 sett 2009 - Arrivano nella capitale le delegazioni che, domani e dopodomani alla Farnesina, prenderanno parte alla Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità insieme al Ministero degli Affari Esteri nell'ambito delle iniziative della Presidenza italiana del G8. A Roma sono giunti i ministri per lo sviluppo e la famiglia di Tanzania e Senegal, Simwanza e Ndeye Diop. Tra gli arrivi previsti quello del Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite, Asha Rose Migiro, del ministro delle donne della Turchia, Aliye Kavaf, e degli Affari femminili dell'Afghanistan, Ghanzanfar Hosn Banu. Giorgio Napolitano aprirà domani mattina la conferenza. Al saluto del Capo dello Stato seguiranno gli interventi del ministro degli Esteri, Franco Frattini, del ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, del Premio Nobel e Senatrice a vita Rita Levi Montalcini e del Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite Asha Rose Migiro. Su invito del ministro Carfagna, che giovedì in chiusura dell'evento terrà una conferenza stampa alle 16:15 alla Sala Aldo Moro della Farnesina, tutte le relatrice indosseranno una sciarpa bianca, il colore scelto per la giornata contro la violenza sulle donne. La richiesta di indossare qualcosa di bianco verrà fatta anche a tutti gli italiani. Nelle 100 stazioni d'Italia verranno inoltre distribuiti 20 mila braccialetti bianchi.

Uguali : Manifestazione nazionale 10 ottobre 2009 Liberi e eguali in dignità e diritti

Comunicato stampa - ArciLesbica 7 settembre 2009
UGUALI
Manifestazione nazionale 10 ottobre 2009 Liberi e eguali in dignità e diritti
(articolo 1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)
Ci siamo oggi ritrovat* a Roma per confrontarci tra associazioni, gruppi, persone appartenenti al plurale movimento lgbt italiano. La nostra volontà è chiara: non abbiamo paura e vogliamo rispondere alla violenza con il nostro contributo sociale e culturale. Noi siamo uguali, nella nostra dignità, nell’affermare i nostri diritti e doveri nella società, nella rivendicazione di leggi. Insieme vogliamo invitare le persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, cittadine e cittadini a far sentire la voce e l’impegno di un’Italia differente, che agisce per un cambiamento vero, profondo che riguarda la cultura e la convivenza.
Il 10 Ottobre 2009 saremo a Roma,
come movimento lgbt, unitariamente, coscienti di convocare una manifestazione in un clima che in generale è violento, che colpisce noi, migranti, donne e altri soggetti sociali ritenuti deboli, in cui si alimenta l’idea di dominio, di visioni autoritarie.
Saremo a Roma per rivendicare il diritto alla piena uguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Una buona legge contro l’omofobia e la transfobia, che estenda la legge Mancino anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere, è oggi una fondamentale necessità democratica che rivendichiamo.
Ma è solo un primo passo non certo esaustivo né sufficiente.
Il 10 ottobre manifesteremo per chiedere la piena attuazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione, per impegnare le istituzioni tutte ad agire anche con interventi informativi, formativi e culturali, nelle scuole e sui media, per rivendicare l’interezza della nostra piattaforma politica. Questa manifestazione è anche il primo chiaro segnale della nostra capacità di far esprimere una nuova e forte volontà di cambiamento del movimento lgbt italiano. Chiediamo a tutta la società civile di essere accanto a noi, quel giorno. Ognuno di noi vive calato nella società, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle scuole. Non siamo confinati nei ghetti e non più vogliamo starci. Vogliamo che il 10 ottobre sia una manifestazione in cui ogni persona lesbica, transgender, bisessuale, omosessuale abbia accanto le proprie famiglie, i colleghi di lavoro, i compagni di scuola, i vicini di casa.
Guiderà la manifestazione un’unica enorme bandiera Rainbow. Sotto i suoi colori in cui tutte e tutti ci riconosciamo, invitiamo tutte e tutti ad essere presenti portando la propria storia, la propria soggettività, la propria bandiera di movimenti sociali e culturali.

Uguali - Comitato Promotore Manifestazione Nazionale Roma 10 ottobre 2009

Portavoce Fabianna Tozzi 3476265494

Londra: insegnante e studentessa in una relazione lesbo


(19/08/2009) Helen Goddard, insegnante di 25enne di musica ha iniziato una relazione d’amore con una sua studentessa 15enne. Ora rischia il carcere, ma le due rimangono innamorate.
Helen Goddard
Si erano conosciute a scuola, e tra i banchi galeotti, è sbocciato l’amore. Fino a qui niente di strano, se non fosse che Helen Goddard, 25 anni, era proprio l’insegnante di musica nella classe di questa ragazza 15enne. Entrambe infatuate, l’una della giovinezza della studentessa, l’altra dell’intelligenza della sua ingegnante, si sono innamorate ed hanno iniziato una passionale relazione. Una soffiata anonima però, ha avvisato la presidenza della City of London School of Girls del segreto che la professoressa di musica stava nascondendo, intervenendo subito con la sospensione della Goddard.
La donna è stata arrestata in questi giorni e attualmente sta affrontando un processo dal quale difficilmente ne uscirà incolume. Helen Goddard infatti rischia il carcere e ben poche speranze potranno salvarla, forse nemmeno le affermazioni della giovane studentessa, che si dichiara ancora perdutamente innamorata dell’insegnante, e senza alcuna intenzione di porre fine alla loro relazione. La liceale ha dichiarato inoltre di voler aspettare un anno; al suo sedicesimo anno di età infatti, la legge che vincola i rapporti tra individui maggiorenni e minorenni non avrà più effetto, e potrà quindi continuare ad amare la sua ‘più matura’ compagna.
Fonte: dailymail
Trovi anche su Facebook un gruppo: Solidarietà ad Helen Goddard
http://www.facebook.com/group.php?gid=105399153077&ref=share

07/09/09

Eudy Simelane , calciatrice della nazionale sudafricana, uccisa perché lesbica

(30/08/2009) La ragazza 31 enne Eudy Simelane è stata stuprata e uccisa perché lesbica. In questi giorni i processi ai violentatori.
Era arrivata a giocare nella nazionale di calcio femminile, guadagnandosi la fascia di capitano della squadra sudafricana, poi, d’improvviso, il suo sogno si è infranto per sempre. È la storia di Eudy Simelane, ragazza lesbica 31enne, il cui corpo è stato trovato quasi nudo a KwaThema, un parco della sua Johannesburg. Dopo essere stata violentata, ha perso la vita con 25 coltellate a seno, viso e gambe. È accaduto l’aprile dell’anno scorso, e in questi mesi le indagini hanno portato a quattro arresti di uomini tra i 18 ed i 24 anni. I processi si sono aperti a breve, e la corte dovrà giudicare tre dei quattro ragazzi responsabili dello stupro collettivo di Eudy. Il quarto uomo coinvolto, dopo aver confessato, ha ricevuto un’immediata condanna di 32 anni di reclusione.
La denuncia del funzionario dell’agenzia Action Aid,Stepanie Ross, è anche un’altra però: “La violenza sulle donne omosessuali per renderle 'normali' è sempre più frequente”. Poi continua: “Alla fine gli 'stupri correttivi' aumentano proprio perché le donne si sentono incoraggiate dalle legge a vivere apertamente la loro omosessualità ma si scontrano con una violenza reale radicata e impunita. Pochi casi arrivano a processo e raramente i colpevoli sono catturati e condannati”.
Fonte: corriere