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13/12/09

La prima donna lesbica sindaco degli Stati Uniti: Annise Danette Parker sindaco di Huston Texas

Annise Danette Parker nata il 17 maggio 1956, lesbica dichiarata, è il nuovo sindaco di Houston, Texas. In precedenza ha lavorato nel Houston City Council dal 1997. La citta' texana di Houston, la quarta degli Stati Uniti per numero di abitanti, ha quindi un sindaco donna "lesbica", ed e' la prima volta che succede in una grande metropoli americana
Parker aveva ottenuto la maggioranza di voti nel novembre 2009 per l'elezione a sindaco, ma non aveva superato la soglia del 50% dovendo quindi andare al ballottaggio. Ha quindi sconfitto l'avvocato Gene Locke, al ballottaggio nel dicembre 2009. All'inizio del suo mandato a gennaio 2010, la Parker sarà la seconda donna americana ad aver ricoperto l'incarico di sindaco e la prima apertamente gay di una grande città americana.
In precedenza Parker corse senza successo per il Consiglio comunale del Distretto C nel 1991 e nuovamente nel 1995, finendo al terzo posto fra gli eletti, grazie al posto lasciato vacante da Sheila Jackson Lee, dopo la sua elezione al Congresso.
Nel 1997 Parker prevalse nel ballottaggio diventando la prima lesbica dichiarata ad essere eletta in consiglio comunale. Fu rieletta due volte per lo stesso posto nel 1999 e nel 2001 senza nemmeno andare ballottaggio.
Parker è nata e cresciuta nella comunità di Spring Branch nella parte occidentale di Houston, dove ha frequentato le scuole pubbliche. Sua madre era una contabile mentre suo padre lavorava per la Croce Rossa. Nel 1971 quando Parker aveva 15 anni, la sua famiglia si trasferì in Germania per due anni, in una base dell'esercito americano a Mannheim, dove svolgeva l'attività di volontaria ospedaliera per l'organizzazione della Croce Rossa sezione giovani. lavorando altresì nella biblioteca della base.
Parker dal 1974 ha frequentato la Rice University grazie alla borsa di studio National Merit e per mantenersi ha svolto i più disparati lavori,laureandosi nel 1978.
Prima di divenire parlamentare, la Parker ha lavorato nei settori del petrolio e del gas per oltre 20 anni, di cui 18 anni alla Mosbacher Energy. Inoltre, è stata co-proprietaria della Inklings Bookshop dalla fine degli anni 1980 fino al 1997 e presidente della Neartown Civic Association dal 1995 al 1997.
Parker ricopre il ruolo di direttore del consiglio di amministrazione della Holocaust Museum Houston e Girls Inc. ed è sindaco revisore dello Zoo di Houston, nel Counseling Center Montrose, Bering Omega Servizi comunitari, e di Trees for Houston. La neo sindaco è anche coinvolta negli sforzi di conservazione storica di Houston ed ha ricevuto il "Good Brick Award" dalla Alleanza Conservazione Beni Culturali Greater Houston per il suo impegno a far restauraurare immobili storici nella Old Sixth Ward.
Annise Parker e la sua partner Kathy Hubbard, stanno insieme dal 1990 e hanno adottato due figlie.
La Parker ha detto ai suoi sostenitori: "sono consapevole del senso di questa vittoria per molti di noi, convinti che non saremmo mai stati in grado di accedere ai piu' alti livelli, questo voto ha cambiato il mondo per i gay, le lesbiche, i bisessuali e la comunità transgender, come ha cambiato in meglio la vita di tutti gli abitanti di Houston, e su questo punterà la mia amministrazione".
Parker non ha mai nascosto il suo orientamento sessuale, sebbene l’argomento fosse diventato un tema centrale in campagna elettorale dopo gli attacchi degli attivisti anti-gay e dei gruppi religiosi conservatori, che sostenevano Locke, i quali hanno inviato valanghe di mail per condannare «il comportamento omosessuale» della candidata. Il 61enne Locke, che correva in veste di ’secondo sindaco nerò di Houston, ha cercato di prendere le distanze dagli attacchi omofobici, corteggiando comunque l’elettorato conservatore.
Le organizzazioni gay-lesbiche in tutto il paese hanno fatto a gara per sostenere Parker e hanno raccolto soldi per la sua campagna, invitando inoltre gli elettori a votarla.
Il sindaco eletto, e' apparsa nel Convention Center della citta', gremito per l'occasione, insieme con la sua compagna Kathy Hubbard, le loro due figlie, e sua madre Kay. Altre citta' degli Stati Uniti hanno o hanno avuto un sindaco gay, ma nessuna di loro e' grande. Tra queste Cambridge in Massachusetts, Providence in Rhode Island e Portland in Oregon. Houston è una città a maggioranza democratica e circa il 25% della popolazione è di colore, mentre un terzo è ispanica. Circa 60mila residenti si dichiarano omosessuali.
Globales - 13 dicembre 2009 http://www.globa-les.com/ Nella foto:
Annise Danette Parker, la compagna Kathy Hubbard e le due figlie.

08/12/09

«IO, UN ANNO PER SEPARARMI E SCOPRIRMI LESBICA»

Beatrice racconta i 12 mesi di attesa fra istanza e udienza. «E c'erano ancora 5 giudici. Ora è peggio». Vive con sua figlia e Marta di Il Secolo XIX
«POVERETTI. Sono davvero condannati a non separarsi, qui a Genova. Se io, con una consensuale, ci ho messo un anno dall'istanza alla prima udienza, non oso pensare cosa accadrà adesso, che restano soltanto tre giudici anziché cinque». Sorride dolce Beatrice. Con l'aria di chi ha finalmente raggiunto la serenità. E non soltanto per aver ritrovato «lo stato libero» rimarcato sulla carta d'identità. Ma per aver «capito» qual è la sua strada. Seguendo la sua inclinazione. Beatrice, 40 anni, artista, ora vive con la sua compagna psicologa. E con la figlia che Beatrice ha avuto dall'ex marito, impiegato di banca.

Lui, come l'ha presa? «Non bene. Anzi, proprio male - ammette lei, intrecciando le mani affusolate e curatissime - Prima di sposarci, gli avevo detto che ero bisex. Lui aveva accettato senza problemi. Quando però ho chiesto la separazione, ha iniziato a non capire. A non volere. E ancor meno, poi, ad accettare la mia convivenza con Marta, la mia compagna. La famiglia di lui?». Vorrebbe essere una risata sardonica, ma si scioglie in una smorfia: «Loro non sanno nulla. Ufficialmente. Almeno, così dicono. Non chiedono».

Finito un matrimonio, restano comunque i legami con la famiglia dell'altro. Tanto più se c'è di mezzo una bimba com'è per Beatrice e l'ex marito. «Certo, la bimba vede i nonni e i parenti del padre - conferma l'artista - Ma loro non chiedono nulla. Neppure a lei. Ufficialmente non sanno. O forse, non vogliono sapere...». La bimba, invece, ovviamente sa.

Come ha vissuto la separazione dal padre, seguita da una compagna a fianco della mamma? «Il fatto che fosse piccola è stato d'aiuto - racconta Beatrice - I bambini hanno molti meno filtri di noi. Vivono tutto con estrema naturalezza, come dev'essere. È stata proprio lei a chiedere alla mia compagna di fermarsi qualche volta da noi, la sera. E sempre mia figlia le ha chiesto come mai non venisse a vivere per sempre con noi. Ovviamente, Marta è entrata nella nostra vita in punta dei piedi. Con estrema cautela».

Poi è toccato a lei, la madre, spiegarle che cosa stava succedendo e come sarebbe cambiata la vostra vita. Mica facile. Beatrice non si scompone: «Le ho detto che Marta e sua madre si volevano bene». Però quasi tutti gli altri bambini hanno genitori di sesso differente: un papà e una mamma. Magari con l'aggiunta dei nuovi compagni e compagne, nel caso di separati e famiglie allargate. Non è proprio semplice far digerire la diversità. Come ha tutelato sua figlia? Come ha cercato di evitarle ferite? «È incredibile. Ma é lei stessa a selezionare i suoi amichetti - spiega Beatrice, in un misto di tenerezza e orgoglio per questa sua bimba tutta presa dal difendere la sua inusuale famiglia dal resto del mondo - Lei sta con tutti. Però soltanto con alcuni si confida. Allora poi li invita a casa. E iniziamo a frequentarci con le loro mamme. È tutto molto tranquillo e normale. La societàè assai meno complessa di come la vedano politici e legislatori. La nostra famiglia è stata accettata. Noi non mettiamo manifesti, ma la gente non è scema. Vede e capisce. E non si fa problemi».

La sua famiglia d'origine se n'è fatta qualcuno? Stavolta il sorriso di Beatrice è davvero felice: «Nooo. La mia compagna è stata accolta con estrema naturalezza. Con gioia. Come fosse un'altra figlia. O un'altra sorella». Insomma, un'isola felice. Non le manca proprio nulla? «Il riconoscimento sociale. Per mia figlia. Se mi accadesse qualcosa, perderebbe anche Marta. Non potrebbe restarle accanto».

patrizia albanese