[CHI SIAMO] - [APPUNTAMENTI] - [HOME] -[ ATTIVITA' E SERVIZI] - [ diventare socio/a] - [CONVENZIONI] - [AGORA'] -[BIBLIOTECA LGBT] - [ VIDEOTECA ] Pianeta Urano e Juliette & Juliette si sono trasferiti a S. Michele Extra (VR). Contatti : 346.9790553 dalle 18 alle 22 (x maschi) 349.3134852 (x femmine) info@arcigayverona.org OPP. verona@arcilesbica.it x INFO. iscriviti alla NEWS LETTER

28/11/09

Volevo i pantaloni

Va in onda sul canale Cult di Sky, in seconda serata, il docu-reality "Uomini nate donne"
È l'ultima frontiera dei docu-reality: quattro donne vivranno sotto l'obettivo delle telecamere il loro processo di "riattribuzione di sesso". Trans che affrontano il bisturi: ne parliamo con un'esperta
Nidia, 28 anni, Serena, 32, Rosanna, 33 e Rosalia, 46enne: sono le quattro protagoniste del docu-reality Uomini nati donna in onda ogni mercoledì, in seconda serata, sul canale Cult di Sky. In procinto di diventare a tutti gli effetti David, Gabriele, Mirko e Davide le/i quattro vivranno sotto l'obiettivo delle telecamere le tappe di questo radicale processo di trasformazione della propria identità di genere, dalla rivelazione alla famiglia, ai primi effetti del testosterone fino alla falloplastica e alla protesi per l’erezione. Un faticoso percorso medico e psicologico per affrontare il quale le quattro ex donne si sono rivolte al Saifip, il Servizio per l’Adeguamento tra identità fisica e identità psichica dell’Ospedale S.Camillo-Forlanini di Roma, dove hanno chiesto la «rettificazione di attribuzione di sesso» secondo quanto prevede la legge italiana che consente questo tipo di interventi, la n.164 del 1982. Del fenomeno, che secondo le statistiche interessa ogni anno decine e decine di italiani operati in diversi centri specializzati, tra i quali quelli di Bologna, Bari e soprattutto Trieste, parliamo con la dott.ssa Anna Rita Ravenna, psicoterapeuta, direttrice didattica dell’Istituto Gestalt di Firenze e supervisore clinico presso il Saifip.
Da donna a uomo e viceversa: qual è il cambiamento di sesso statisticamente più richiesto? C'è un'identità di genere oggi particolarmente sofferta?
La proporzione è di tre uomini a una donna. Premetto che non amo parlare di "maschio" e "femmina". Come dico sempre ai miei pazienti che hanno condotto a termine il processo di cambiamento di sesso, qualora fosse fatto loro un prelievo di sangue e analizzata la provetta, la loro identità di genere non risulterebbe modificata. Preferisco parlare di "adeguamento dello stile di vita" secondo certi stereotipi. Non credo tuttavia si possa parlare del genere maschile come di un'identità di genere più sofferta.
Quindi secondo lei la comparsa e l'evoluzione di questi disturbi non sono legate alle condizioni storico-sociali
No, la letteratura in senso lato - scientifica e non - documenta fin dall'antica Grecia condizioni umane di questo tipo.
Il senso di mancata appartenenza al proprio sesso come e quando si manifesta, in genere?
Questo genere di disagio esistenziale è una condizione che le persone riportano e che si può identificare risalendo alla primissima infanzia, fino ai tre anni di vita. A Londra c'è un Centro per i servizi all'infanzia che osserva comportamenti, atteggiamenti e fantasie che testimoniano il disturbo di identità di genere e che poi in età più adulta emergono anche nel dialogo.

A quale età mediamente si decide il grande passo?
A 28-30 anni. Ma abbiamo avuto anche richieste di intervento precoci da parte di sedicenni, come altre più in là negli anni, a 45 o anche a 60 anni. In genere chi arriva da noi è animato da una forte determinazione.
Come si snoda il processo legale che sfocia nell'intervento?
La domanda di "riattribuzione chirurgica di sesso" va inoltratta al proprio tribunale di residenza. Dopo di che il giudice che la esamina si avvale della consulenza di un esperto. Prima si rivolgeva a un perito nominato dal tribunale o a cattedratici, con grande dispendio per il richiedente, perché la consulenza è tutta a suo carico. Ora, anche se non siamo ancora riusciti a siglare un protocollo d'intesa ufficiale con il tribunale di Roma, abbiamo ottenuto di velocizzare le pratiche facendo sì che la relazione da noi stilata sia sufficiente al giudice, dietro giuramento del responsabile del servizio, per decidere. Alla prima sentenza che dà l'autorizzazione all'intervento chirurgico segue, a operazione effettuata e documentata, una seconda sentenza che avvia le pratiche burocratiche di cambiamento dei dati anagrafici sui documenti.
In cosa consiste il vostro tutoraggio?
Abbiamo uno sportello telefonico aperto due giorni la settimana per informazioni e appuntamenti. In linea generale, noi adeguiamo il protocollo alle esigenze della persona, per cui il percorso è costruito su misura. Dopo una serie di colloqui preliminari (individuali, ma anche eventualmente di coppia o familiari), si giunge a una valutazine tra operatore e richiedente e a un'intesa comune. Possono emergere a questo punto delle valutazioni prioritarie, che consigliano la soluzione, per esempio, di dipendenze, di problematiche personali - magari un'omosessualità mascherata o problematiche genetiche come l'ermafroditismo - prima di proseguire. Superato questo step, si avvia un percorso diagnostico che si conclude con la relazione scritta da presentarsi in tribunale. Se la diagnosi si apre nella direzione richiesta, cioè quella dell'intervento, comincia un percorso psicologico: dal counseling di gruppo al sostegno individuale per l'elaborazione di difficoltà legate a blocchi emozionali pregressi. L'equipe del Saifip in sostanza lavora sempre in sinergia con il servizio di ricostruzione plastica del San Camillo.
Quanti rinunciano o vengono sconsigliati di fare l'intervento?
Quasi tutti arrivano alla meta. Abbiamo pochissimi abbandoni. Anzi, alcuni ricorrono a cliniche private per velocizzare i tempi.
Vi sono casi di pazienti pentiti?
In diciassette anni ne ho riscontrati solo un paio, nessuno dei quali proveniva dal nostro centro però. Uno era un uomo statunitense che era stato donna, poi era tornato in abiti e comportamenti maschili. Ma pareva una persona abbastanza "risolta".
Seguite i pazienti anche dopo l'intervento?
Sì, anche se non abbiamo né tempi né modalità prestabilite. Rispondiamo di volta in volta alle esigenze dei pazienti. Di sicuro offriamo sostegno anche durante gli interventi, soprattutto quelli da donna a uomo, più delicati, numerosi e con frequenti complicanze.
L'identità di genere è a suo parere una realtà prevalentemente psicologica?
Un tema da trattato! La dicotomia mente/corpo è molto presente nella nostra cultura. Io preferisco pensare a un'esistenza incarnata. Il problema della condizione personale, poi, in genere non è tanto nella condizione stessa, quanto nell'incomprensione che si incontra negli altri.
Alla luce di queste pratiche, il concetto di "natura" è da considerarsi tramontato?
Il prof. Felici, con cui collaboro, ama dire: "La natura non sbaglia mai". Sottoscrivo. Il fatto è che ci piace - perché fondamentalmente ci rassicura - pensare che vi sia un modo naturale di esistere che scorra su binari prestabiliti e dia certezze. Ma non è così.

Lorenza Provenzano

26/11/09

Il 25 NOVEMBRE E'LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE.


Redazione arcigay : La violenza sulle donne non ha tempo né confini, è endemica e non risparmia nessuna nazione o paese, industrializzato o in via di sviluppo che sia.
Non conosce nemmeno differenze socio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali, perché al di là di quello che tutti i giorni viene mostrato dai media il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità una donna su cinque ha subito, nella sua vita, abusi fisici o sessuali da parte di un uomo.
E' ORA DI DIRE BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE!
SOSTIENI LA GIORNATA INDOSSANDO QUALCOSA DI BIANCO

02/11/09

Lunga vita alla coppia

Non solo passione e tenerezza. La convivenza è anche fatta di momenti di fiacca e tensione: non è tutto rose e fiori. Ecco alcuni consigli per vivere al meglio la quotidianità senza soccombere alla routine
C'è passione e tenerezza nella vita a due, ma anche noia e routine. Il condividere l'esistenza non è facile. Eppure ci sono paroline magiche che possono trasformare il quotidiano in un gioco impegnativo ma molto redditizio se si ha a cuore lo sviluppo armonioso della coppia. Ecco alcuni consigli per mantenere il feeling tra voi due sempre al top, anche dopo dieci anni di convivenza. Innanzitutto privilegiare la comunicazione.


Quanti dissapori potrebbero essere evitati se invece di accettare di fare quella cosa che tanto ti dà sui nervi aprissi la bocca per dirglielo in modo chiaro ed inequivocabile. Invece no, rimani dell'idea che prima o poi lei capirà e ti verrà incontro. Invece la scenetta che ti si presenta segue un altro cammino. Un esempio: sei sfinita dopo una giornata massacrante e la tua più grande aspirazione per la serata serata è quella di fiondarti a letto per una dormita da Guinness. Purtroppo però devi uscire, e pronunci la tipica frase: "Ma sei proprio sicuro di volerci andare?". Il risultato: lei non capisce quanto tu sia stanca e vuole uscire. A quel punto la serata diventa per te un vero supplizio, mentre lei rimane disorientato dal tuo ph decisamente acido. La ricetta è semplicissima: imparare a esprimere desideri e frustrazioni è il modo giusto per evitare di accumulare risentimenti, vera bomba a orologeria nella vita di una coppia.
Ci si mette insieme per affinità ma due persone sono due individui e le differenze non mancano. Dopo essersi presi le misure ci si deve adattare all'altra. Lei non ha le stesse abitudini e modi di affrontare la vita. E se le vostre personalità sono diverse ci sarebbe da augurarsi qualche correzione di tiro per accettare meglio desideri e bisogni dell'altra. Che importanza ha se il mazzo di chiavi di casa non è messo nel cestino posto sullo scaffale della libreria? Casca forse il mondo? Flessibilità, dunque.
Ogni persona ha bisogno del proprio spazio, anche la più innamorata. Per quanto forte possa essere l'intimità fisica ed emozionale, ci sono momenti durante i quali si vuole coltivare il proprio giardino in piena libertà e solitudine. Ci consente di mantenere quella parte di mistero che rappresenta il sale in una relazione amorosa. E smettiamola di assillarla con la solita domanda "A cosa pensi, tesoro?". E non dimentichiamo che a non perdersi mai di vista si rischia di non guardarsi più. La generosità fa bene alla coppia, non dimentichiamocelo. Non si tratta di accogliere ogni giorno il partner con un regalo. Molto meglio è regalargli tempo, disponibilità, ascolto. Baci, scambi di tenerezza e dimostrazioni di affetto non devono rimanere confinati nel periodo dell'innnamoramento. Spesso quando si raggiunge un alto livello di intimità ci si sente autorizzate a parlare in modo troppo diretto. Ma per essere schiette non è necessario ferire o umiliare. Paradossalmente è proprio la persona più amata quella a cui riserviamo il trattamento più duro. Il rispetto del partner non va abbandonato nemmeno quando gli riservate le critiche più aspre.
Un discorso a parte lo merita la seduzione, spesso un po' dimenticata quando si convive da qualche tempo. Un grave errore che commettiamo in molte è quello di considerarla un un mezzo di conquista. Niente di più sbagliato, se non si presta attenzione si rischia di banalizzare l'altro. La seduzione è un processo senza fine. Allora, abbandoniamo quel vecchio pigiama tanto comodo che ci trasforma in una specie di befana stagionata. Non siate spettatori passivi ma protagosnisti della vostra vita.