di la Nazione
Sembrava una provocazione senza conseguenze. Un appel

Non attraverso la procreazione medicalmente assistita per i limiti imposti in Italia, dalla Legge 40, né con un viaggio della speranza verso centri specializzati europei. Ma semplicemente, secondo natura. Per avere un figlio, non a tutti i costi, ma a costo zero. Valeria e Diana scelgono di rendere pubblica la loro storia. State cercando di avere un figlio «Non lo è, perché un figlio è la cosa più grande e più bella che ci possa essere nella vita di ognuno e quindi speriamo che questo bambino possa venire alla luce prima o poi».
State insieme da di tre anni, quando è nato dentro di voi il desiderio di un figlio e come siete arrivate a Gabriele? «Il desiderio è stato sempre dentro di noi, purtroppo in Italia la legge vieta alle coppie dello stesso sesso l'accesso alla procreazione medicalmente assistita. Ecco perché quando abbiamo letto dell'appello di Gabriele Viti, gli abbiamo scritto una mail e per fortuna ci ha risposto». Avete mai avuto dubbi sul percorso intrapreso? «Sì, qualche volta sì. E' un percorso difficile e quello che ci sta intorno influisce sullo stato d'animo che abbiamo nel portarlo avanti». La disabilità di Gabriele vi ha mai creato problemi? «Nessun pregiudizio, non abbiamo pensato alla disabilità di Gabriele come un handicap o un fattore di rischio per il figlio che speriamo arrivi. Gabriele è sano e non è diverso dagli altri».
Avete mai preso in considerazione con Gabriele l'ipotesi di una sua presenza, seppur limitata, nella vita del bambino? «Ne abbiamo parlato diverse volte. E' una soluzione che valuteremo quando poi sarà il momento». Vi spaventa l'idea che un figlio possa voler sapere chi è il padre? E in quel caso glielo direste? «Abbiamo le spalle larghe e sapremo dargli le giuste indicazioni e tutto l'amore che serve ad un bambino,. Dirgli di Gabriele? Non sappiamo. Forse quando sarà grande, oltre la maggiore età, riaffronteremo l'argomento, valuteremo questa opportunità». Molte coppie di donne, per avere un figlio hanno scelto di andare all'estero. Perché voi no? «Non abbiamo preso in considerazione l'ipotesi di andare all'estero, anche se ci siamo molto documentate al riguardo, perché è una strada lunga e i costi per noi sono proibitivi. Siamo state più fortunate di altri perché grazie alla generosità di Gabriele, non abbiamo dovuto rinunciare al nostro desiderio di maternità e stiamo provando a realizzare il nostro sogno».